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Soppressione province, la posizione dell’UPI

Si è tenuta presso la Sala Cirillo della Provincia di Napoli la conferenza stampa indetta dall'Unione regionale Province campane (UPI) per discutere del disegno di legge approvato l'otto Settembre dal Consiglio dei Ministri e in previsione della mobilitazione di domani a Roma.

Si è tenuta presso la Sala Cirillo della Provincia di Napoli la conferenza stampa indetta dall’Unione regionale Province campane (UPI) per discutere del disegno di legge approvato l’otto Settembre dal Consiglio dei Ministri e in previsione della mobilitazione di domani a Roma. Il Ddl prevede l’abolizione delle Province e insieme alla “dieta” già prevista dal «decreto enti locali» del 2010 non è salutata di buon grado dai politici locali e da  tutti coloro i quali lavorano nelle amministrazioni. Il presidente dell’UPI campano Pietro Langella si dice amareggiato per il trattamento riservato agli enti locali,” come se questi fossero l’unica spesa a gravare sulle casse dello Stato”. E denuncia anche un’opera di convincimento rivolta dalla “casta politica e mediatica” all’opinione pubblica, per indurre tutti a credere che per risanare le finanze statali basti sopprimere le province. In realtà prosegue il Presidente del Consiglio provinciale Luigi Rispoli ” le manovre non si fanno in questo modo iniquo e ingiusto. Verrebbe da chiedere che senso ha la scelta paradossale di sostituire le province con le unioni dei comuni, o anche l’istituzione di città metropolitane”. In realtà aggiunge l’assessore provinciale di Caserta Marco Cerreto sembrerebbe che gli autori della manovra “abbiano tagliato indiscriminatamente, senza preoccuparsi dei numeri, della matematica, dei costi reali dovuti all’esistenza delle province. C’è la pretestuosità di colpire l’anello più debole. Nutro seri dubbi non solo sulla legittimità costituzionale del Ddl ma anche sulla reale fattibilità strutturale dei suoi contenuti. E poi il decreto legge è partito malissimo e per finire in una notte di mezza estate è sparita pure la riduzione del numero dei parlamentari”. Tutti concordi nell’affermare che gli amministratori locali, essendo eletti e non
nominati, costituiscano l’unico strumento rimasto al cittadino per esercitare una  democrazia diretta e partecipata. Ma quanto si risparmia cancellando le Province? Alla fine, tra indennità, gettoni e assegni di fine mandato la cancellazione integrale delle Province, con l’unica eccezione di Trento e Bolzano dove la Provincia autonoma ha un ruolo più pesante, dovrebbe chiudere un rubinetto da circa 113 milioni all’anno secondo i calcoli governativi. Secondo la mole di dati prodotta  dall’ UPI invece le province rappresenterebbero solo 1,5% della spesa complessiva del Paese. E’ convocata per domani 15 Settembre 2011, a Roma (Sala del Garante Piazza Montecitorio 123A, dalle ore 10,00 alle 14,00) l’assemblea di tutti i presidenti di provincia, insieme a tutti i presidenti del consiglio e al consiglio direttivo dell’ UPI. L’ UPI Campania nella persona di Pietro Langella propone a tutti gli appartenenti agli enti locali di autosospendersi dai propri partiti di appartenenza.

Michela Salomone

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