ROMA – Hanno trascorso quasi due settimane in mare senza cibo né acqua 46 migranti partiti dalle coste del Sahara Occidentale, e diretti verso le isole Canarie, nell’oceano Atlantico. Quattordici persone non ce l’hanno fatta, e oggi l’organizzazione Alarm Phone, che si occupa di ricevere le chiamate di emergenza dei migranti che dall’Africa cercano di raggiungere l’Europa attraverso il Mediterraneo o l’Atlantico, ricostruisce la vicenda grazie ai racconti dei sopravvissuti.
Il gruppo è partito il 28 luglio da Dakhla, località nel Sahara occidentale conteso che dista circa 450 chilometri dalle isole spagnole. A causa del forte vento, l’imbarcazione è stata subito spinta lontano dalle Canarie, e dopo tre giorni il gruppo è rimasto sprovvisto di carburante, cibo e acqua. Già il primo giorno i migranti avevano contattato Alarm Phone per chiedere aiuto ma a un certo punto i telefoni cellulari sono diventati irraggiungibili e l’ong riferisce di non essere più stata in grado di mettersi in contatto coi naufraghi.
Nei giorni successivi, come riporta ancora Alarm Phone, si sono vissuti “momenti terribili”: “Erano senza cibo nè acqua- ha raccontato una parente di uno dei sopravvissuti- alcuni ragazzi hanno iniziato a tuffarsi in acqua, preferendo morire piuttosto che restare a bordo. Altre persone sono decedute durante il viaggio e i loro corpi sono stati gettati nell’Oceano, anche se alcuni passeggeri hanno chiesto di tenerli a bordo perché le loro famiglie avrebbero voluto vederli”.
Chi è riuscito a rimanere in vita, si è nutrito di uvetta e acqua di mare. Un’altra donna ha raccontato invece ad Alarm Phone di essersi ustionata a causa del sole, per aver cercato di fare ombra col suo corpo ad altri passeggeri. Secondo l’organizzazione, alla fine nove naufraghi hanno perso la vita durante le due settimane alla deriva, mentre altri quattro sono annegati nel tentativo di afferrare le corde lanciate dal mercantile che infine ha tratto in salvo il gruppo. Solo il 10 agosto infatti un aereo dell’ong spagnola Salvamento Marítimo ha avvistato l’imbarcazione e contattato due navi mercantili nelle vicinanze.
All’Sos ha risposto la Ever Grace, che ha raggiunto il gruppo a 200 chilometri dalla costa africana e a ben 650 chilometri a sud delle Canarie. I naufraghi sono stati trasportati a Las Palmas, dove si è proceduto al ricovero in ospedale. Una donna affetta da diabete purtroppo però non ha superato la notte, risultando la quattordicesima vittima di questa vicenda. Alarm Phone ha concluso la nota avvertendo che “la rotta atlantica continua ad essere la più pericolosa e mortale verso l’Europa”, e che storie come questa non sono un’eccezione: nei casi registrati tra l’1 e il 20 agosto, il tasso di mortalità è stato del 47%.
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L’articolo Migranti, Alarm Phone: “In 46 alla deriva nell’Atlantico per due settimane, 14 sono morti” proviene da Ragionieri e previdenza.
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