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Mazara, peschereggio mitragliato da motovedetta libica

Un motopeschereccio della flotta di Mazara del Vallo, l’Ariete, è approdato stamane intorno alle 7,30 nel porto di Lampedusa dopo essere stato mitragliato da una motovedetta libica che potrebbe essere una delle imbarcazioni della guardia di finanza cedute dall’Italia al paese di Gheddafi.

Un’inchiesta è stata aperta dalla Capitaneria di Porto Empedocle che sta cercando di verificare la dinamica dei fatti. Il peschereccio presenta diversi fori su una delle fiancate. L’incidente è avvenuto 31 miglia al largo di Al Zawara, località libica quasi al confine con la Tunisia, nota perché è da qui che partivano le carrette del mare dirette verso Lampedusa. L’area è quella del Golfo della Sirte della quale la Libia rivendicata i diritti di pesca. Non è ancora stato accertato se il motopeschereccio mazarese stesse pescando o se stesse semplicemente navigando. A mitragliare il peschereccio potrebbe essere stata una delle sei motovedette della guardia di finanza, consegnata dalle autorità italiane a quelle libiche nell’ambito dell’accordo di cooperazione stipulato tra i due paesi nel 2008. A sostenere questa ipotesi è uno dei componenti dell’equipaggio, Alessandro Novara. “L’unità militare che ci ha mitragliato – spiega il marittimo – era identica a quelle utilizzate in Italia dalla guardia di finanza, anche se batteva bandiera libica”.
Secondo la Capitaneria di Porto, i libici “hanno sparato per colpire”. I proiettili, sottolinea dal comando generale della Guardia costiera il comandante Vittorio Alessandro, “sono ben distribuiti lungo tutta la fiancata, dal pelo dell’acqua fino alle sovrastrutture, cioè le parti abitate dall’equipaggio”. Insomma, chi era sul peschereccio “è stato molto fortunato”. A bordo del peschereccio c’erano dieci persone, tre delle quali di nazionalità tunisina. Tutti i membri dell’equipaggio stanno bene ma sono ancora sotto shock. 
L’Ariete, iscritto al compartimento marittimo di Mazara, è un peschereccio di 32 metri ed è comandato da Gaspare Marrone. Già lo scorso 10 giugno sempre al largo delle coste libiche altri tre pescherecci mazaresi – l’Alibut, il Mariner 10 e il Vincenza Giacalone – erano stati sequestrati mentre erano impegnati in una battuta di pesca nel Golfo della Sirte. Il sequestro era avvenuto a circa trenta miglia dalla costa, in una zona considerata dai libici di propria esclusiva competenza, nonostante le norme del diritto marittimo internazionale.