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La Turchia blocca Twitter e Youtube

Il quotidiano Hurriyet Online ha rivelato che il governo turco ha deciso di oscurare il sito di Youtube, dopo aver oscurato venerdì il social network Twitter. La misura è giunta dopo che sulla rete sociale è stata pubblicata la registrazione di una conversazione fra dirigenti turchi su un possibile intervento in Siria. Tutto ciò è successo a tre giorni dalle elezioni; la decisione è stata comunicata agli operatori di Gsm turchi e ai server di internet dall’autorità governativa delle telecomunicazioni Tib. Tuttavia, dopo le condanne della diplomazia internazionale, ieri una corte amministrativa di Ankara ha ordinato una sospensione del blocco di Twitter, anche se la decisione non è stata per ora applicata dalle autorità competenti.

Il quotidiano Hurriyet Online ha rivelato che il governo turco ha deciso di oscurare il sito di Youtube, dopo aver oscurato venerdì il social network Twitter. La misura è giunta dopo che sulla rete sociale è stata pubblicata la registrazione di una conversazione fra dirigenti turchi su un possibile intervento in Siria. Tutto ciò è successo a tre giorni dalle elezioni; la decisione è stata comunicata agli operatori di Gsm turchi e ai server di internet dall’autorità governativa delle telecomunicazioni Tib. Tuttavia, dopo le condanne della diplomazia internazionale, ieri una corte amministrativa di Ankara ha ordinato una sospensione del blocco di Twitter, anche se la decisione non è stata per ora applicata dalle autorità competenti.
In effetti da gennaio su Twitter e Youtube escono quasi ogni giorno video o registrazioni compromettenti per Erdogan e per altre personalità del regime. Un cassetta audio uscita ieri accusa il premier di avere orchestrato nel 2010 la diffusione di una video a luci rosse contro l’allora capo dell’opposizione Deniz Baykal, che fu costretto a dimettersi. L’attuale leader dell’opposizione, Kemal Kilicdaroglu, ha denunciato un “Watergate turco”. E nelle ultime ore su Youtube è apparsa la succitata registrazione di una riunione fra il ministro degli Esteri Ahmet Davutoglu, il capo dei servizi segreti del Mit Hakan Fidan e il vicecapo delle forze armate generale Yasar Guler, nel quale discutono di un possibile intervento militare in Siria. L’opposizione accusa Erdogan di voler attaccare la Siria prima del voto di domenica, per distrarre gli elettori dagli scandali di corruzione.


Giuseppe Grasso

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