Il presidente della Camera Gianfranco Fini e il guardasigilli Angelino Alfano si incontrano oggi pomeriggio a Montecitorio per discutere dei provvedimenti che il governo sta mettendo a punto nell’ambito del progetto di una generale riforma della giustizia. Il ministro ha gia’ esposto le intenzioni del governo al presidente della Repubblica annunciando che saranno esaminate nel dettaglio in una prossima riunione del Consiglio dei ministri. Le posizioni tra Pdl e Fli restano distanti, nonostante i ripetuti incontri tra l’onorevole Niccolo’ Ghedini e la finiana Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia di Montecitorio (ruolo in cui e’ stata confermata la settimana scorsa con il consenso di Pdl e Lega oltre quello di Pd e Udc), che dovevano avvicinare gli approcci alle singole proposte. Futuro e liberta’ vorrebbe limitare l’intervento riformatore al Lodo Alfano, questa volta da varare con una riforma costituzionale in modo da non incorrere nel giudizio negativo della Consulta e da restringere nei suoi effetti alle piu’ alte cariche dello Stato e non a tutti i ministri. Il confronto di merito sul Lodo riprende proprio questo pomeriggio nella commissione Affari costituzionali del Senato dove si inizieranno a discutere gli emendamenti alla proposta del governo. I finiani insistono per eliminare dal testo ogni riferimento alle indagini per rendere piu’ evidente che il Lodo sospende solo il processo. Il ministro Alfano vuole verificare con l’incontro di oggi con Fini se l’assenso al Lodo e’ estendibile al processo breve (Pdl e Lega lavorano per modificare la legge vigente su cui si esprimera’ la Consulta il 14 dicembre) e al disegno di legge sulle intercettazioni per ora fermo su un binario morto alla Camera. Nei giorni scorsi il guardasigilli si era detto ottimista sulla possibilita’ di un accordo con Fli sulla riforma della giustizia: ”Rappresenta, con gli altri quattro punti programmatici (federalismo, sicurezza, fisco e Mezzogiorno), la rotta e al tempo stesso la prova del fuoco per la coalizione. Fini e i suoi la voteranno e la riforma passera”’. Secondo le indiscrezioni, i punti cardine della riforma della giustizia a cui lavora l’esecutivo restano la separazione delle carriere dei magistrati, la responsabilita’ civile dei giudici, una differente articolazione del Consiglio superiore della magistratura e la modifica del metodo di giudizio della Corte costituzionale (i pareri dovranno essere emessi con maggioranze qualificate dei 2/3 dei membri e non piu’ a maggioranza semplice), divieto per il Csm di esprimere pareri su questioni politiche, attenuazione e rimodulazione dell’obbligatorieta’ dell’azione penale attribuendo al Parlamento l’indicazione dei reati cui dare priorita’. E’ probabile che il presidente della Camera si limitera’ ad ascoltare il guardasigilli rinviando un giudizio di merito alla valutazione dei testi di riforma che verranno presentati dal governo. Per ora, dovrebbe essere confermato il consenso solo sulla nuova versione del Lodo Alfano e forse sui punti che facevano parte del programma elettorale del centrodestra. L’incontro di oggi e’ stato proceduto ieri dalla partecipazione del guardasigilli alla seduta del Csm rinnovato di recente con l’elezione a vicepresidente di Michele Vietti, dove ha auspicato un ”positivo clima di leale collaborazione istituzionale fra il ministero della Giustizia e l’organo di governo autonomo della magistratura”. Alfano ha anche chiesto che il Csm dia un parere ”sul testo che sto per presentare al Consiglio dei ministri riguardante il progetto sullo smaltimento dell’arretrato civile”. Vietti, raccogliendo l’invito del ministro Alfano, ha sottolineato che ”il Csm non intende sottrarsi alle proprie responsabilita’ e fara’ la sua parte fino in fondo, non solo con corretti e tempestivi atti di amministrazione ma valorizzando ancor piu’ lo strumento della formazione, anche per generalizzare le prassi virtuose; i cittadini sono consapevoli che una giustizia inefficiente e’ una zavorra che nessun Paese moderno puo’ permettersi”. Il clima dei rapporti tra il guardasigilli e il plenum del Csm e’ apparso piu’ disteso di altre occasioni anche se la polemica tra governo e magistrati continua a dominare la scena politica.