Una Piedigrotta svilita e disinnescata, ingabbiata e imbavagliata. Una festa dalle origini antichissime che è stata progressivamente svuotata della propria identità culturale, trasformata in un’operazione “di markette più che di marketing” in cui i grandi personaggi non sono più padrini della festa, ma ne diventano invece i protagonisti assoluti. “I misteri di Piedigrotta” (edizioni Controcorrente) del giornalista napoletano Maurizio Ponticello esamina il velo che nel corso degli anni è calato sull’evento, prima dimenticato e poi riesumato, per vederlo nuovamente imbavagliato.
“C’è una precisa volontà nel voler disinnescare Piedigrotta – spiega l’autore -, accendendo i riflettori su di essa ma allo stesso tempo svilendola del suo contenuto più profondo e collegandola ad una tradizione posticcia. Basti pensare che i primi carri a tema e la musica da palcoscenico appaiono nella festa solo dopo il 1890. Si tratta invece di un evento che rappresenta l’anima di Napoli, perché collegata ai miti virgiliani e alle antichissime origini della città, e non semplicemente, come molti possono pensare, alla canzone napoletana o ai Borbone”.
Una festa che nei secoli passati era meta obbligata per quasi tutti i viaggiatori europei, compresi grandi scrittori come De Sade, Dumas, Lord Hamilton e Goethe.
Nel volume, Ponticello ripercorre “l’uccisione” di Piedigrotta e la sua riedizione in tempi moderni, cercando di comprendere come sia stato possibile affossare una delle manifestazioni più importanti d’Europa. “La festa di oggi, calata dall’alto dopo 25 anni di assenza, è stata imposta ai napoletani senza che potesse mantenere i connotati che la caratterizzavano anticamente. Si tratta di un’operazione di marketing che dimentica quella che è la connessione reale alla città e all’evento vero e proprio, privando la manifestazione della propria identità, che resta invece ben evidente in casi come il Palio di Siena o il Carnevale di Rio De Janeiro”.
Tra i numerosi riconoscimenti ottenuti da “I misteri di Piedigrotta”, va rimarcata la vittoria al premio Rea 2010 per la saggistica. “Ho accolto con orgoglio e anche con un pizzico di imbarazzo questo premio, nel condividere la responsabilità di essere accomunati a personaggi del calibro di Jean Noel Schifano ed Enzo Biagi. Ma rilancio questa onorificenza a una città come Napoli, che mi ha dato la possibilità di scrivere questo libro e che meriterebbe ben altri palcoscenici di quelli che le vengono solitamente attribuiti”.
A circa un anno di distanza dall’uscita del volume, i riscontri di pubblico e di critica continuano ad essere molto positivi. “Nonostante i tentativi di imbavagliare la festa, a livello popolare c’è ancora una memoria che stiamo cercando di recuperare. Piedigrotta è sempre stato un importante evento internazionale: Napoli era considerata come il faro di Roma che si affacciava sul Mediterraneo, la culla della sapienza più antica e profonda del mare nostrum. Quello che sto cercando di fare – conclude Ponticello – è aiutare a cambiare la visione sull’aspetto simbolico di Piedigrotta, intaccando questo muro costruito da chi preferisce non alterare lo stato attuale delle cose”.
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