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Coltiviamo i nostri talenti: La Maschera

Sono cinque ragazzi, si chiamano “la maschera”, e vengono dalla periferia nord-est napoletana.
La maschera, come quella di Pulcinella, il povero generoso, e come quella di Pirandello che, è volta ad evidenziare, il contrasto tra la vita e la forma.
Sono insieme da neanche un anno, precisamente dal maggio 2013, e sono attualmente in gara, per partecipare al concertone del 1 maggio, in piazza S.Giovanni a Roma.
La maschera, è la “voc ro popol”, di quel popolo vero, quello che crede nella propria città, quello che: ci sono problemi? Va bene, risolviamoli insieme.
Con la loro musica, la giovane band partenopea, riscopre quei suoni della tradizione, quasi dimenticati; dalla tromba al mandolino, dalle canzoni di Modugno a quelle di Carosone, da Pino Daniele a Enzo Gragnagnello.
Roberto Colella (voce, chitarra e tastiera), classe 91, dalle colline beneventane, come un vecchio eremita, si isola dal mondo e crea, rigorosamente in napoletano. A completare il lavoro ci pensa il resto del gruppo: Vincenzo Capasso alla tromba, Alessandro Morlando alla chitarra, Eliano Del Peschio al basso e Marco Salvatore alla batteria.
Lo scorso 9 agosto, è uscito il video, diretto da Vincenzo Caiazzo, del loro primo singolo: Pullecenella. Dopo soli tre giorni raggiungeva le ventimila visualizzazioni.
Pullecenella, nasconde dietro un’allegra armonia, un forte critica. Ha lo scopo di smascherare i troppi vizi della società che ci circonda e far tornare il sorriso, quello vero, sul viso delle persone.
Lo scorso 6 aprile, la maschera, ha vinto il premio Rete Dei Festival, al Dicodays, fiera del disco e della musica, che gli consente l’accesso al MEI (meeting delle etichette indipendenti) e la possibilità di registrare, gratis, un brano in analogico, presso ATR 24tracce.
È prevista per maggio l’uscita del loro album: ” ‘o vicolo ‘e l’allerìa” e non essendo legati ad alcuna etichetta, l’album è stato prodotto del tutto indipendentemente.
Vien cu ‘mme t puort int ‘o vicolo ‘e l’allerìa.
Un non luogo, un vicolo immaginario dove forse, con un po’ più di forza di volontà, si riuscirà davvero a riscoprire quell’essenza, quella strana parola, che a volte sembra quasi mettere paura, che si chiama felicità.


Giovanni M. Lucianelli

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