Il regista, nonché attore e musicista, Rocco Papaleo torna dietro la macchina da presa per dirigere la sua seconda commedia dal titolo “Una piccola impresa meridionale”, affiancato da un cast d’eccezione, tra cui spiccano i nomi di Riccardo Scamarcio, Barbara Bobulova, Sarah Felberbaum e Giuliana Lojodice. Ancora una volta Papaleo rimane fedele al meridione di cui, nella pellicola, mette in evidenza sia pregi che difetti. Stella (Giuliana Lojodice) non se la sente di affrontare un altro scandalo in paese dopo che la figlia Rosa Maria ha lasciato il marito Arturo (Riccardo Scamarcio) andando via con un misterioso amante. Così, quando il figlio don Costantino (Rocco Papaleo) lascia l’abito talare, decide di confinarlo in un vecchio faro dismesso, appartenente alla famiglia, per evitare che la notizia si diffonda. Nel faro, trasformatosi quasi in rifugio di peccatori, trovano accoglienza anche l’ex prostituta Magnolia (Barbora Bobulova) e Arturo, prima che a cambiare la vita di tutti arrivi una strampalata ditta di ristrutturazioni chiamata a riparare il tetto. Ciascuno dei personaggi trae infatti forza e coraggio dalle peripezie altrui, scoprendosi ogni giorno un tantino di più nei riguardi dell’altro, non più avvertito come una minaccia. Né può essere così, dato che ciascuno di loro si trascina dietro una croce, grande o piccola che sia. In tal senso allegorico, il film di Papaleo procede assecondando ritmi lenti, cadenzati, estraneo a certi ambienti «d’autore», ma non meno rilassato nel suo graduale risolversi. Ne deriva un tono per lo più melanconico, con quella punta di ironia che non può mancare. Una piccola impresa meridionale vorrebbe essere un ottimista manifesto dell’Italia che ha ancora voglia di sognare ed essere migliore, e in buona parte ci riesce, nonostante un paio di ingenuità che vanno ben oltre l’ottimismo a tutti i costi.
Margherita Diurno