Appena due settimane fa, il Napoli veleggiava spavaldo a solo due punti dalla Juventus, l’entusiasmo era crescente e le dichiarazioni della società (solitamente prudente) facevano presagire uno splendido Natale da regalare ad una tifoseria che come nessun’altra l’avrebbe meritato. Avevamo due partite ampiamente alla portata dei mezzi tecnici ed agonistici del Napoli, affrontavamo un Inter che negli incontri casalinghi aveva dimostrato di essere vulnerabile e un Bologna con ben 18 punti in classifica in meno; ebbene, siamo riusciti a perdere ambedue gli incontri, che uniti alla penalizzazione porta il Napoli a 31 punti, lontanissima dal sogno scudetto e superata o quasi raggiunta da squadre (vedi Milan e Roma) che erano lontani anni luce dalle posizioni di vertice. Il danno è ormai stato fatto, è inutile rinvangare, ma è necessario tener presente che il peggio non ha mai fine e reputo indispensabile fermare l’emorragia. Chiunque abbia masticato calcio sa benissimo che una difesa può prendere goal da cross che pervengono da fondo campo, ma mai da punizioni battute da poco più di metà campo, in questo caso il difensore (anche il più scarso) è avvantaggiato poichè ha una visione frontale della situazione (mentre gli attaccanti operano per lo più spalle alla porta), inoltre deve solo distruggere; ciò nonostante noi prendiamo goal e questo può accadere solo per calo di tensione o di concentrazione. Inoltre si sbagliano occasioni facilissime per superficialità ed egoismi che una volta non sussistevano nel Napoli, è forse cambiato qualcosa in uno spogliatoio presentato sempre come granitico e composto da un corpo solo? Penso sia questa la risposta che i milioni di tifosi delusi ora si attendono.
Giuseppe Montagna