ROMA – Si chiamano Marco Occhiuto e Andrea Bernetti. È sul loro estro e la loro fantasia, ma soprattutto sulla loro vena realizzativa, che la Nazionale Italiana Dottori di calcio punta per fare gol, non solo sul campo di gioco ma anche sul terreno del sociale e del benessere. La selezione è stata presentata oggi a Roma presso il Rettorato dell’Università La Sapienza: allenata da mister Gianluca Merafino, la Nazionale Italiana Dottori di calcio è un’associazione no profit composta da circa 50 medici, provenienti da varie regioni di Italia, che prestano la loro opera presso strutture sanitarie universitarie e ospedaliere, nonché sul territorio come medici di base.
Oltre al capitano Andrea Bernetti, professore ordinario di Medicina e Fisica riabilitativa all’Università del Salento, vicepresidente Simfer, la squadra può contare sull’apporto di medici provenienti in prevalenza dai policlinici universitari della Sapienza, di Tor vergata e del Gemelli. Un gruppo di dottori molto affiatato ed eterogeneo, sia per competenze specialistiche, sono infatti rappresentate tutte le diverse branche della medicina, sia per età. Nella squadra sono infatti presenti giovani medici ai primi anni di specializzazione, come il ventiseienne Andrea Fisicaro, specializzando in Fisiatria, il più giovane della Nazionale, e medici alla soglia della pensione, come il decano del gruppo, il sessantacinquenne infettivologo Vito Trinchieri, presidente della Nazionale.
Andrea Bernetti e Marco Occhiuto, dunque, come Federico Chiesa e Domenico Berardi.
Tra i punti di forza anche il portiere, l’infettivologo Gianluca Russo, pronto a difendere i pali come il più famoso Gianluigi Donnarumma, e il regista, il medico di medicina generale Antonio Racciati. Sperando, non se ne abbia a male il nostro Jorginho, non debba tirare un calcio di rigore.
Tutti accomunati dalla passione per il pallone. Medici ‘malati’ di calcio: cosi amano infatti definirsi i componenti della Nazionale Italiana Dottori di calcio, professionisti della salute che, legati dalla passione per il pallone, hanno aderito al progetto di portare all’attenzione, mediante eventi sia culturali che sportivi, problematiche relative alla disabilità, alle malattie genetiche rare, alla prevenzione, al fenomeno del bullismo e del cyberbullismo. Sul rettangolo di gioco scendono in campo con il modulo 4-4-2. Il colore della maglia, inizialmente verde, a ricordare il camice dei chirurghi, quello che predomina nelle corsie ospedaliere e che appartiene maggiormente alla classe medica, ha poi lasciato il posto a una che ricorda molto quella del Sassuolo, caratterizzata dal nero e dal verde.
“Questo progetto si inserisce nell’ambito delle numerose iniziative che Sapienza sta portando avanti- ha dichiarato la rettrice, Antonella Polimeni– per promuovere i principi di solidarietà e inclusione attraverso tutti gli strumenti disponibili. La nostra comunità universitaria è impegnata da tempo alla diffusione tra i giovani della cultura dello sport come mezzo per trasmettere valori sociali e stili di vita sani. Lo sport stesso- ha sottolineato- rappresenta in tutte le sue declinazioni un modello universale che accomuna tutti e che contribuisce ad affrontare al meglio il proprio percorso formativo e umano”.
“Crediamo fermamente- ha detto il presidente Trinchieri– che lo sport possa essere un veicolo ottimale per ottenere risultati difficilmente raggiungibili in altro modo. Per questo motivo abbiamo deciso di togliere il camice e scendere sui campi di calcio in prima persona per cercare di dare il nostro contributo. Presto giocheremo contro le vecchie glorie del Frosinone“. Ancora: “Ringrazio sentitamente la Rettrice Antonella Polimeni- ha proseguito- che ha sostenuto e incoraggiato il nostro progetto mettendo a nostra disposizione per allenarci il bellissimo centro sportivo di Sapienza Sport. Un grazie va anche alla pro Rettrice allo sport, Cristina Limatola, e al Responsabile di Sapienza Sport, Maurizio Barbieri”.
“La Nazionale Italiana Dottori- ha affermato il presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli– è una iniziativa che va salutata con grande favore e con grande rispetto, perché è un’ulteriore testimonianza di quanto lo sport possa essere un veicolo di sensibilizzazione sociale e di quanto in questo paese ci sia ancora necessità di interventi tesi a sensibilizzare su temi di solidarietà importanti. Per questo motivo- ha aggiunto- credo che oggi si sia aggiunto un attore protagonista in quel rettangolo di gioco dove si gioca la partita della solidarietà perché ne abbiamo bisogno e allo stesso tempo spero possa essere di sensibilizzazione a tante persone che guardano a queste iniziative a volte con superficialità e dobbiamo sottolinearne tutta l’importanza”.
Alla conferenza stampa di presentazione della Nazionale ha preso parte anche il campione del mondo a Spagna ’82, Marco Tardelli. “Sono felice di fare da testimonial a questa nuova squadra- ha detto- e spero di essere con voi molte volte a fare il tifo alla nuova formazione e che qualcuno di voi possa riuscire a inculcare ai giovani l’importanza di fare sport e di dare valori morali importanti”.
Nel corso dell’evento è stato rivolto un saluto affettuoso al presidente onorario della Nazionale Italiana Dottori di calcio, Francesco Le Foche, che non ha potuto essere presente per motivi di salute. Palla al centro, fischio d’inizio: scende in campo la Nazionale Italiana Dottori di calcio.
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