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Tess, la preoccupazione dei lavoratori

NewsTess, la preoccupazione dei lavoratori

Cresce la preoccupazione tra i lavoratori della TESS Costa del Vesuvio a seguito dell’incontro tenutosi il 14 dicembre con le RSA ed i sindacati provinciali di categoria. Il Presidente dell’Agenzia di Sviluppo ha infatti comunicato che la Regione Campania, contrariamente a quanto accadeva negli anni scorsi, non ha affidato alcun progetto alla TESS per il 2011. Questo significa che, una volta terminati i progetti relativi al 2010, dal primo gennaio non ci saranno più attività con l’immediata conseguenza della chiusura delle sedi di Castellammare di Stabia e del Centro Direzionale di Napoli, ed il conseguente licenziamento di diverse unità lavorative. A fine novembre l’assessore regionale alle attività produttive Sergio Vetrella, responsabile del Contratto d’Area Torrese-Stabiese, ha comunicato alla Società che non intende prorogare la convenzione per il funzionamento dell’Ufficio del Responsabile Unico. Il che rappresenta un colpo durissimo sia per i lavoratori TESS che per l’Area torrese-stabiese, cui viene a mancare un sicuro punto di riferimento per le politiche di sviluppo industriale che negli anni hanno prodotto risultati positivi in termini di sviluppo e di occupazione. Non ultima, la definizione del piano che porterà al reimpiego degli 80 lavoratori ex Metalfer in un’azienda del settore nautico al termine di un percorso di formazione e riqualificazione guidato da TESS e che ha riguardato centinaia di lavoratori in cassa integrazione o in mobilità.

Nonostante da mesi i lavoratori e i sindacati chiedano alla Regione (Presidenza e Assessorato all’Industria) di poter discutere del loro futuro, nessuna risposta è mai giunta.

I lavoratori apprezzano lo sblocco della delibera di programmazione che riguarda TESS, dopo la sospensione di giugno. Ma si rende ormai necessario un confronto sui temi dello sviluppo dell’area che riguardi in primo luogo la salvaguardia delle funzioni di TESS e di chi ci lavora. I lavoratori chiedono pertanto, ancora una volta, la convocazione del tavolo di confronto dando mandato ai sindacati di organizzare le azioni di protesta necessarie se non vi saranno risposte adeguate.

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