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Tagliavanti (Camera di Commercio di Roma): “L’Intelligenza Artificiale è una rivoluzione epocale”

ROMA – Il Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale (AI Act) è ormai prossimo alla sua definitiva approvazione e rappresenterà un tassello fondamentale nel governo dell’intelligenza artificiale. Ci vorrà, però, ancora del tempo prima che tutte le sue disposizioni possano essere direttamente applicabili nei Paesi dell’Unione. Cosa c’è da fare per arrivare preparati al giorno in cui il Regolamento sarà direttamente applicabile? E poi, il giorno dopo? Di questo e altro si è parlato nel corso dell’evento dal titolo ‘Governare l’intelligenza artificiale. Dove siamo, dove dobbiamo arrivare’, ospitato presso la Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano della Camera di Commercio di Roma.

“Con l’intelligenza artificiale- ha spiegato il presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti– siamo alla vigilia di una rivoluzione epocale, una delle più importanti dell’umanità: il rapporto tra uomo e digitale, così come lo conosciamo, cambierà in modo radicale e l’impatto sulle vite di ognuno di noi e sull’attività di ogni singola impresa sarà senza precedenti. Tutte queste innovazioni, però, non devono fuggire dal controllo umano, perché è proprio questo che viene messo in discussione, l’intelligenza: noi siamo gli unici animali al mondo che riescono ad attivare l’intelligenza”.
Tagliavanti ha poi ricordato che “secondo il premio Nobel per l’economia, Robert Shiller, l’intelligenza artificiale è la prossima rivoluzione anche per l’economia, per l’utilizzo sempre più diffuso, anche in economia, dei dati immagazzinati”. Questa nuova tecnologia, ha inoltre detto il presidente della Camera di Commercio di Roma, “è in grado di generare un grande valore. Secondo le stime di McKinsey, a fronte di una accelerazione nello sviluppo e utilizzo dell’intelligenza artificiale, la crescita potenziale del Pil globale potrebbe arrivare fino al 16%, ovvero 13 trilioni di dollari, entro il 2030. Per fare un paragone con altre tecnologie di uso generale nel corso della storia, sempre secondo McKinsey, l’introduzione dei motori a vapore nel corso del 1800 ha aumentato la produttività del lavoro di circa lo 0,3% all’anno, l’impatto dei robot negli anni ’90 di circa lo 0,4% e la diffusione dell’informatica durante gli anni 2000 dello 0,6%”.
Tagliavanti ha tenuto a ribadire che “è importante non lasciare questi argomenti agli specialisti, ai tecnici ma ne devono parlare tutti: le università, il mondo economico, la politica, i giovani, le scuole, perché stiamo entrando in un mondo dove tutto questo sarà una delle cose che determineranno la nostra vita e il nostro futuro”. “Oggi- ha poi sottolineato Tagliavanti- tutte le imprese, direttamente o indirettamente, stanno lavorando con l’intelligenza artificiale ma possiamo dire che la stanno usando anche i nostri figli. C’è stata una rapidità con cui questa tecnologia è entrata nella società che ne dimostra la sua potenza. Purtroppo oggi l’Italia è un Paese intermedio dal punto di vista della tecnologia e le scelte più importanti si fanno negli Stati Uniti e in India. Non dobbiamo perdere tempo e subire le conseguenze. È importante che noi europei creiamo un polo in grado di controllare”.

Questo regolamento è “il frutto di un lavoro pluriennale- ha ricordato Brando Benifei, eurodeputato e relatore AI Act– uno sforzo lungo per adattare una normativa che all’inizio si concentrava sostanzialmente su pratiche già esistenti. Quello che prima nel Regolamento non c’era e che il Parlamento ha ampiamente scritto sono le regole di safety, di sicurezza per i modelli più potenti e il tema della trasparenza per la riconoscibilità dei contenuti prodotti dall’intelligenza artificiale. Li renderemo riconoscibili con una etichetta invisibile, una filigrana digitale, che verrà letta da tutti i dispositivi, come televisori, computer e cellulari. Poi abbiano lavorato sulla trasparenza sul copyright, una tutela per il diritto d’autore molto sostenuta e apprezzata dal settore”. Da ultimo il tema della governance. “Ovviamente- ha affermato- l’Italia dovrà decidere quale Autorità dovrà avere il ruolo di supervisione”.
A metà la posizione del Commissario Agcom, Antonello Giacomelli. “Sull’intelligenza artificiale non sposo né la visione messianica né quella apocalittica. Mi piace molto la definizione di Floridi, secondo il quale l’intelligenza artificiale non è intelligente, è uno sviluppo nuovo di tecnologia per quanto complesso. Il fattore umano è ineliminabile ma il problema è di scelta etica e di valori, non si tratta di applicare meccanismi astratti di funzionamento. Con questo Regolamento l’Europa continua nell’idea di darsi una veste unitaria, un fatto positivo ma che va un po’ a scapito della sovranità nazionale dei diversi Stati”.
Per Giacomelli “ora serve un’intesa con gli Stati Uniti, perché su questo tema il mondo occidentale non può avere formule variabili di governo ma deve presentarsi unito. Per quanto riguarda l’Italia penso che serva grande collaborazione fra le diverse istituzioni: è inimmaginabile che un tema come l’intelligenza artificiale venga declinato in modo diverso o in modo parziale e settoriale dalle diverse istituzioni. Auspico dunque una grande collaborazione tra le autorità e una collaborazione con il governo, che ha la responsabilità nazionale”.
Guido Scorza, componente Garante Privacy, ha acceso i riflettori sull’addestramento degli algoritmi. ‘Magari- ha ironizzato- un giorno gli algoritmi diventano intelligenti ma nascono stupidi. Se diventano intelligenti vi riescono essenzialmente perché si cibano di dati personali. Questo produce un effetto a cui stiamo assistendo tutti purtroppo da spettatori, e mi riferisco ai diritti fondamentali. Per noi i dati personali sono tessere rappresentative continua a leggere sul sito di riferimento