SPECIALE ELEZIONI | I principali ballottaggi del Centro
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SPECIALE ELEZIONI | I principali ballottaggi del Nord

MILANO – Domenica 26 giugno si torna a votare per il secondo turno delle elezioni amministrative. Nei Comuni sopra i 15mila abitanti in cui nessun candidato sindaco ha conquistato il 50% più uno dei voti è previsto il ballottaggio. Nella seconda tornata elettorale, al candidato sindaco possono essere collegate liste differenti rispetto al primo. Le urne saranno aperte dalle ore 7 alle 23.

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SPECIALE ELEZIONI | I principali ballottaggi del Sud

LOMBARDIA

(A cura di Michele Bollino)

MILANO – Chiusi gli accordi per le alleanze, in Lombardia fari puntati sui ballottaggi di domenica a Monza, Como e Sesto San Giovanni, l’ex Stalingrado d’Italia guidata ora dal centrodestra con Roberto Di Stefano. Il centrosinistra punta a difendere il risultato ottenuto a Como e crede nella rimonta a Sesto e Monza, dove governa l’uscente e ricandidato della Lega Dario Allevi. Il centrodestra, invece, punta alla riconferma dei suoi due sindaci uscenti mentre a Como, dove non è riuscito ad accedere al secondo turno, la coalizione si spacca sul sostegno al civico Rapinese contro Barbara Minghetti del centrosinistra.

LA SITUAZIONE A MONZA

A Monza è il centrodestra a partire in vantaggio. Il sindaco uscente Dario Allevi, forte del 47,1% dei voti ottenuti al primo turno, per blindare la vittoria ha chiuso un accordo con il civico Paolo Piffer, che aveva incassato il 5,8% delle preferenze. Il candidato del centrosinistra Paolo Pilotto ripartirà invece dal 40,1% del primo turno. La rimonta è difficile, i due candidati sono separati da oltre 3.000 voti, ai quali si aggiungono i 2.500 potenziali di Piffer. Ma i dem ostentano sicurezza, con il segretario Enrico Letta che parla di “vittoria alla portata”. Di segno opposto le sensazioni di Allevi, che si dice “molto ottimista” anche se l’incognita astensione preoccupa: “Con questo caldo, il vero problema sarà riportare i cittadini al voto di domenica 26 giugno”.

A SESTO FOGGETTA INSEGUE DI STEFANO

A Sesto San Giovanni, invece, è il candidato di centrosinistra Michele Foggetta ad aver chiuso un accordo con il civico Paolo Vino. Foggetta deve recuperare circa 3.000 voti sul sindaco uscente e ricandidato dal centrodestra, Roberto Di Stefano. Sulla carta, quindi, i 1.800 voti di Vino non bastano a riequilibrare la partita. Il vincitore delle primarie, inoltre, non è riuscito a incassare l’appoggio dei centristi di Italia Viva e Azione che, dopo aver ottenuto il 2,8% con la candidatura di Massimiliano Rosignoli al primo turno, hanno deciso di non dare indicazioni di voto per il ballottaggio, aumentando le chance dell’uscente Di Stefano.

A COMO CENTRODESTRA FUORI DAL BALLOTTAGGIO E SPACCATO

Partita dai contorni diversi a Como, dove il centrosinistra punta alla vittoria con la candidatura di Barbara Minghetti che riparte dal 39,4% del primo turno. Il centrodestra, rimasto fuori dal ballottaggio dopo non aver confermato il suo sindaco uscente, Mario Landriscina, non è riuscito a chiudere un accordo con il candidato civico Alessandro Rapinese che, forte, del 27,3% dei voti, sfiderà i dem in solitaria. Ma se la Lega non ha dubbi sull’appoggio a Rapinese, con il coordinatore regionale Fabrizio Cecchetti che dice che “la Lega non voterà mai la sinistra”, Fratelli d’Italia la pensa diversamente e fa sapere che non voterà il candidato civico “che per anni ha insultato il centrodestra”. I meloniani sono rimasti scottati dalla sconfitta del loro candidato, sostenuto da tutto il centrodestra, Giordano Molteni, arrivato terzo nonostante il riconteggio dei voti.

PIEMONTE

(A cura di Lucio Valentini)

PD QUASI CERTO DI CUNEO, CI PROVA AD ALESSANDRIA

Con Cuneo che il 26 giugno vedrà quasi certamente la vittoria del Pd, dopo che ad Asti i giochi si sono chiusi al primo turno con la riconferma dell’attuale sindaco di centrodestra Maurizio Rasero, in Piemonte gli occhi sono puntati su un altro sindaco in cerca di conferme: ad Alessandria il leghista Gianfranco Cuttica di Revigliasco corre per il secondo mandato, ma dopo il primo round deve inseguire il giallorosso Giorgio Abonante che lo precede di due punti (Abonante ha raccolto il 42% il 12 giugno, Cuttica il 40%). Ma oltre ai due sfidanti, ad Alessandria è protagonista l’ex assessore ai Lavori pubblici di Cuttica, Giovanni Barosini, che ha lasciato il centrodestra e posto in giunta Cuttica per Azione e ha raccolto il 14,6% il 12 giugno. Barosini ha già annunciato che domenica voterà Abonante: il Pd nega di aver fatto accordi sottobanco col calendiano, mentre il centrodestra lo accusa di aver prenotato un posto nella giunta Abonante in cambio del sostegno al ballottaggio.

A Cuneo il Pd, dopo dieci anni alla guida della città con Federico Borgna, ha proposto la sua vicensindaca, Patrizia Manassero, che al primo turno ha raggiunto il 47% e dovrebbe avere vita facile contro il suo sfidante di centrodestra, Franco Civallero, reduce dal 19,8% raccolto il 12 giugno. Da notare che Manassero corre senza i 5 Stelle, andati da soli con Silvia Cina che ha ricevuto soltanto l’1,6% dei consensi al primo turno.

VENETO

(A cura di Fabrizio Tommasini)

LOTTA SBOARINA-TOSI RISCHIA DI COSTARE VERONA AL CENTRODESTRA

La frattura del centrodestra potrebbe costare la rielezione al sindaco Federico Sboarina, esponente di Fratelli d’Italia sostenuto, dopo qualche tentennamento, anche dalla Lega. Dopo aver raccolto il 32,7% dei voti al primo turno Sboarina ha deciso di non accogliere la richiesta di apparentamento del rivale che si è trovato in casa, l’ex leghista Flavio Tosi oggi passato a Forza Italia. Il 23,9% di voti ottenuto da Tosi avrebbe consentito a Sboarina di vincere sullo sfidante sostenuto dal centrosinistra, Damiano Tommasi, con una certa scioltezza. Ma Sboarina ha rifiutato la proposta di Tosi e ha deciso di puntare su chi al primo turno non ha votato, contando sul fatto che molti tosiani, piuttosto che consegnare la città al centrosinistra, lo voteranno comunque. Ha fatto però i conti senza lo stesso Tosi, che negli ultimi giorni sui social si è scagliato contro il sindaco uscente, chiarendo che se il centrodestra perderà Verona sarà solo colpa sua. Tommasi, forte del 39,8% ottenuto al primo turno, tiene intanto la sua linea: punta tutto sul programma, organizza passeggiate con i cittadini nei quartieri della città e mantiene la continua a leggere sul sito di riferimento