La relazione introduttiva di Angelino Alfano al Consiglio dei ministri segnala una forte accelerazione riguardo la riforma della giustizia. Separazione delle carriere, sdoppiamento del Csm, sganciamento da quest’ultimo della funzione disciplinare e quindi istituzione di un’Alta corte di disciplina sui magistrati, responsabilità civile dei magistrati, impossibilità di ricorrere in appello da parte dei pubblici ministeri in caso di assoluzione dell’imputato in primo grado. Una serie di cambiamenti che darebbero un nuovo volto alla magistratura italiana.
Berlusconi, intanto, incoraggia una rapida approvazione e punta anche al ritorno all’immunità parlamentare, secondo il vecchio articolo 68. Il premier, inoltre, vorrebbe delle restrizioni per quanto riguarda le norme sulle intercettazioni. Ma, a quanto pare, ciò che vorrebbe il presidente del Consiglio è l’esatto opposto di ciò che chiedono i magistrati. Proprio per questo sono previste polemiche e veleni.
Insomma, c’è una gran voglia di cambiamento anche se alcuni punti del piano presentato da Alfano restano ancora in alto mare.