ROMA – Con l’abbassamento del quorum a 505 i partiti passano alle contromosse. Ed è caccia al franco tiratore, con tanto di vedette parlamentari: deputati appostati in cima all’emiciclo, per calcolare quanto tempo ci mettono i colleghi a votare. Sono le insidie del voto segreto, afflizione per entrambi gli schieramenti. Il centrodestra, reduce dal caso Crosetto, si è affidato oggi al metodo dell’astensione dichiarata. Il grande elettore dice in aula di volersi astenere e non ritira neppure la scheda. Il problema, in questo modo, è risolto a monte.
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Il centrosinistra ha optato invece per la scheda bianca. Metodo che innesca tutta una riflessione sui tempi. In questo modo il passaggio nella cabina deve essere immediato. Prendi la scheda, entri in cabina, ed esci. Se invece scrivi il nome – e così violi le direttive di partito – per forza di cose in cabina devi starci di più. Molto dipende da quale nome bisogna scrivere. “Ugo, Ciro o Massimiliano?”, si chiedeva Massimo Troisi, in ‘Ricomincio da Tre’, dovendo scegliere il nome che garantisse la migliore educazione del nascituro. “Con Massimiliano viene scostumato. Se la mamma lo chiama, Mas-si-mi-lia-no, o uaglione chissa’ addo’ sta? Invece con Ugo, non ha nemmeno il tempo di fare un passo. Al massimo lo possiamo chiamare Ciro… prende un po’ d’aria”.
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Con ‘Mattarella’ i tempi si allungano. E ancora di piu’ con ‘Sergio Mattarella’, come hanno ben capito le vedette piazzate dal Pd in cima all’aula per scovare i colleghi fedifraghi. Si tratta, raccontano, del delegato d’aula Emanuele Fiano e del vicecapogruppo Piero De Luca. Ciononostante ben 166 grandi elettori hanno passato più tempo del dovuto in cabina, per scrivere il nome del presidente Mattarella. E se non ci fossero state le ‘vedette’, i voti per il Capo dello Stato in carica sarebbero stati molti di più. “Ci controllano dall’alto ma non ce ne frega”, ha spiegato alla Dire un deputato M5S. Per dire, i grandi elettori del M5S sono 230. A questi bisognerebbe aggiungere una fronda nel Pd e molti parlamentari della sinistra. E se Mattarella avesse superato oggi quota 200? Certamente avrebbe potuto ostacolare altre soluzioni.
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In ogni caso il controllo sui tempi ha destato allarme nella coalizione, quando la votazione era già in corso. “In questa votazione, voteremo scheda bianca”, recitava il infatti documento siglato da Pd, M5S e Leu al termine del vertice. Ma due ore dopo l’inizio del voto, dal M5s è arrivata una parziale correzione, probabilmente un modo per scagionare i pentastellati che avessero votato Mattarella. “L’indicazione dei vertici è scheda bianca ma lasciando anche la libertà di coscienza”. Insomma: scheda bianca, ma anche no.
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