domenica, 16 Febbraio , 25

“Scarti”, la nuova mostra di Antonio Agresti a Roma

News"Scarti", la nuova mostra di Antonio Agresti a Roma

FRANE LETTERARIE
Via S. Martino ai Monti, 7a ROMA
7 – 20 novembre 2013
Inaugurazione ore 18,30

Una sera passeggiando nel centro di Roma vede un manifesto pubblicitario semi strappato dal suo supporto con chiare tracce di colla su una campitura nera. La colla con la sua densità cambia i toni del nero…una magia …che lo conquista….lo prende. Al momento non poteva immaginare che quel frammento potesse aprirgli un nuovo mondo! Qui inizia il percorso artistico di Antonio Agresti in arte AGRE.
Il manifesto: un moderno strumento di comunicazione incollato in genere su un foglio monocromatico che gli fa da supporto…un gesto sociale di comunicazione. Abbiamo tutti notato, in varie occasioni, che gli eventi e il tempo trasformano queste immagini (il caldo, la pioggia, la stessa reazione chimica dei colori di stampa, il contatto con il supporto e anche interventi dell’uomo). Recuperare questo materiale trasformato e riportarlo secondo un proprio gusto estetico in una struttura compositiva nuova dove comunque si percepisce la traccia della sua origine, ha un forte valore simbolico: il gesto, l’azione e la ricomposizione danno nuova dignità e bellezza a materiale che diversamente andrebbe irrimediabilmente perduto.
Attenzione a non confondere tale intervento con i dècollages di Mimmo Rotella dove c’è sì un recupero del materiale ma l’artista sente la necessità d’intervenire manualmente attraverso un’azione di strappo sull’immagine creando una complessità finale destrutturante. Nel caso di Rotella l’immagine recuperata viene quindi ‘destrutturata’. Nel caso di Agre il materiale recuperato mantiene la sua struttura originaria ‘ristrutturata’ in una nuova immagine. Le due azioni hanno un significato diverso anche se l’intento finale è similare cioè il raggiungimento di una nuova immagine.
Altro riferimento interessante possono essere i sacchi di Alberto Burri dove l’artista con un forte gusto estetico recupera e usa materiali poveri e deperibili solitamente obsoleti. Queste sono le sue fonti d’ispirazione che portano AGRE ad una sintesi molto personale. Le sue opere denotano una forte volumetria architettonica, retaggio della sua preparazione di architetto, abbinata ad una grossa sensibilità per il colore dove causalità e naturale plasticità si ricompongono. Spessori, tinte e caratteri tipografici macchie di ruggine….tutto trova una sua collocazione in un piccolo mondo carico di suggestioni: la trasformazione di materiale di ‘scarto’ recuperato e riportato ad una propria dignità d’essere, di esistere.

Fulvio Bucelli

 

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