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Processo al Processo

Venerdì 12 luglio, ore 18, nella sede della "Fondazione G.B.Vico" (complesso monumentale di San Gennaro all'Olmo, via San Gregorio Armeno 35) l'avvocato civilista Patrizia Antonini e il penalista e scrittore Flaviano Moltedo terranno una conversazione sull'ultimo libro di Salvatore Maria Sergio "Processo al Processo, Giambattista Vico non può vincere", edito da Tullio Pironti.
Il professore Vincenzo Pepe, ordinario di Diritto dell'Ambiente nella II Università di Napoli, presidente nazionale della "Fondazione G.B.Vico" e del movimento ecologista europeo "FareAmbiente" rivolgerà un indirizzo di saluto.

Venerdì 12 luglio, ore 18, nella sede della “Fondazione G.B.Vico” (complesso monumentale di San Gennaro all’Olmo, via San Gregorio Armeno 35) l’avvocato civilista Patrizia Antonini e il penalista e scrittore Flaviano Moltedo terranno una conversazione sull’ultimo libro di Salvatore Maria Sergio “Processo al Processo, Giambattista Vico non può vincere”, edito da Tullio Pironti.
Il professore Vincenzo Pepe, ordinario di Diritto dell’Ambiente nella II Università di Napoli, presidente nazionale della “Fondazione G.B.Vico” e del movimento ecologista europeo “FareAmbiente” rivolgerà un indirizzo di saluto. Il lavoro di Sergio è un’analisi cruda, realistica, attualissima, della società civile ed in particolare del mondo forense, così come era già all’epoca del Vico e come è oggi, ancora più degenere ed egualmente corrotta; su questo tema si svilupperà il dibattito.
Sul palcoscenico del teatro della giustizia, raffigurato sapientemente da Sergio, attraversato da un’atmosfera ora imbevuta di dramma, ora comica, polemica, scherzosa, e al tempo stesso evocativa, appare in scena una folla colorata: i principi del foro, i giudici “osservantissimi nella giurisprudenza”, gli azzeccagarbugli, i testimoni ambigui, i politici affaristi ed ancora altri rappresentanti delle umane debolezze o, peggio, delle altrettanto umane meschinità. E, nella penna di Sergio, la favola diventa arguta esplorazione del mondo forense.

Il napoletano Salvatore Maria Sergio è avvocato di notorietà nazionale, co fondatore e segretario generale dell’Unione Camere penali italiane; Medaglia d’oro al Merito forense, vincitore Premio Diritto penale “E. Botti” e di quello di Eloquenza “N. Amore”; onorario della Camera penale di Salerno. Giornalista, consigliere Ordine nazionale, elzevirista, critico letterario. Sommo esperto di Islamistica, ha ottenuto il prestigioso “Prix Valadier”. Oltre che scrittore e  apprezzato pittore, è considerato tra i massimi oratori italiani.

L’onestà non può vincere in questa società afflittata dalla corruzione: questa l’amara la conclusione alla quale Sergio giunge insieme all’avvocato Giuseppe Maria Galanti, personaggio principale del suo Processo al Processo; dunque, non può vincere nemmeno Giambattista Vico che la rappresenta massimamente, non può vincere contro il Potere corrotto e corruttivo, infido, gretto, prevaricatore, appiattente. La narrazione del triste esito del concorso per l’assegnazione della cattedra di giurisprudenza provocato dalla prepotenza del potere di cui fu vittima Vico, è il prologo di quella di un coinvolgente processo per diffamazione a mezzo stampa intentato da un “rappresentante del popolo” dall’onestà dubbia, a dir poco contro un giornalista reo di aver smascherato affari illeciti.

Processo al Processo, come tutti i libri di Sergio, è godibilmente descrittivo. L’autore ha la preziosa capacità di riuscire a dipingere, con le parole, i personaggi, le scene, gli accadimenti con impareggiabile maestria rappresentativa; il suo lavoro si fa prima divorare e, poi, nelle successive letture mostra tutte le sue sapienti sfumature propositive; non risulta mai lento, costruito, né ripetitivo, ma conquista frase per frase l’interesse e stimola al tempo stesso la riflessione per la ridicola quanto diabolica umana meschinità.

Attento editore, Pironti scommette di nuovo su Salvatore Maria Sergio, sicuro di bissare i consensi riscossi dall’ Elogio dell’Avvocato, precedente fatica del valente e apprezzato scrittore.

Evidente è l’efficacia della scrittura forgiata da capricciosa fantasia metaforica in “lingua mescidata”, il cui impiego “non è ghiribizzo letterario, bensì opportunità espressiva” e caratterizzata dal sapiente impiego di frasi, locuzioni, lemmi che sembrano ereditati dalle fiabe di ser Giovanni Fiorentino, o dalle Piacevoli notti di Giovan Francesco Straparola o, meglio, dal Pentamerone, ovvero il Cunto de li cunti, del Basile.

Sergio, per Colonnese ha pubblicato: Storia minima del nobilissimo gioco degli scacchi; Viaggiatori, medici e letterati arabi a Napoli e nel Mezzogiorno; Donne in toga, Dal tempo di Roma antica al tempo nostri, per G.G. Adria, coautore di Rachid Boudjedra un grande scrittore algerino. Per Tullio Pironti, Elogio dell’avvocato. Ha in preparazione Elogio del Giudice.

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