“Percy Jackson e gli Dei Dell’Olimpo” è il secondo capitolo di una saga fantasy, ispirata all’omonimo best seller letterario di Rick Riordan.
Un sequel che sente su di sé il peso di paragoni cinematografici, protagonisti troppo cresciuti e cambi alla regia. Questo nuovo film sul Mezzosangue figlio di Poseidone, è, infatti, diretto da Thor Freudenthal, che prende il posto di Chris Columbus.
La storia ha inizio con un colpo di scena: la barriera creata da Zeus per proteggere il campo Mezzosangue, viene buttata giù da un toro meccanico che minaccia il villaggio dei giovani discendenti di divinità. Per ripristinare lo status quo e garantire l’incolumità, serve necessariamente il Vello d’Oro che possa guarire l’albero da cui nasceva la barriera stessa. Percy (Logan Lerman) e gli inseparabili Annabeth (Alexandra Daddario) e Grover (Brandon T. Jackson), con l’aiuto di un nuovo personaggio, partiranno alla ricerca dell’oggetto prezioso nascosto nel pericolosissimo Mare dei Mostri. Ma un nemico è in agguato, mentre i nostri eroi dovranno affrontare nuove terribili creature per raggiungere il loro obiettivo.
Un film spensierato, lineare, semplice ma mai banale all’eccesso: il rituale dei sogni per salvare il proprio sogno. Tutto si svolge con gesta dispendiose ma certo con l’aiuto di chi sa dall’alto. Zeus non abbandona mai i suoi “seguaci” e per raggiungere lo scopo non basta essere bravi ma avere il piglio giusto e l’arguzia del “Campo Mezzosangue”.
Nel ruolo di Percy Jackson c’è l’attore di Beverly Hills Logan Lerman che, a ventotto anni, si ritrova alle spalle un buon numero di ruoli da oltre dieci anni. Qui riesce a dare quello che il programma prevede e il film ci vuole far vedere: d’altronde il cinema di fantasia ha dalla sua la forza di un incanto che sovrasta il personaggio stesso. Simpatica e frizzante la prova di Brandon T. Jackson (Grover) che riesce nell’intento di “rubare” la scena quando la sceneggiatura glielo permette. Da ricordare l’attore Robert Maillet (nel ruolo di Polifemo).
Margherita Diurno