Roma, 10 giu. (askanews) – Nei 370 allevamenti della provincia di Padova mancano fieno e mais a causa del maltempo. Le continue e intense piogge e le poche giornate di sole hanno causato infatti non solo la perdita della prima semina del mais, destinato in gran parte ai mangimi per gli animali, ma anche quella del primo raccolto di foraggere e prati stabili per la produzione di fieno. Di conseguenza, i costi di produzione sono destinati ad aumentare, dato che gli allevatori dovranno provvedere ad approvvigionamenti di mangimi extra-aziendali, a prezzi molto più alti rispetto a quelli del 2023.

“Il maggengo, cioè il primo taglio di fieno, ormai è andato, a causa di tutta l’acqua caduta in maggio – sottolinea Enrico Piantella, responsabile degli uffici di Cittadella e Piazzola sul Brenta per Confagricoltura Padova – E, oltre al fatto che il primo taglio è il più importante, si teme anche una scarsa qualità del prossimo raccolto. Per quanto riguarda il mais sia le aziende zootecniche, sia quelle che producono seminativi, non sono riuscite finora a portare a buon fine le semine. La maggior parte degli agricoltori ora si sta orientando sulla soia, l’ultima spiaggia per fare seminativo, ma questo porterà ad un surplus del prodotto e quindi ad un deprezzamento, a fronte di costi di produzione più alti rispetto allo scorso anno”.

Gran parte degli allevatori, che per il 75% si trovano nell’Alta Padovana, è costretta a dover acquistare il mais dai commercianti, con aggravio di costi aziendali. In tutta la provincia la situazione è compromessa dal mese di piovosità anomala. Si calcola che siano oltre 12.000 gli ettari di terreni interessati dagli allagamenti.