Carmine Misseri e Cosimo Cosma, rispettivamente fratello e nipote di Michele Misseri, sono stati incastrati dalle intercettazioni ambientali da cui è emerso che i due preparavano a tavolino le risposte da fornire agli inquirenti durante gli interrogatori. “Si tratta di intercettazioni ambientali” – dice Giovanni Di Blasio, comandante provinciale dei carabinieri di Taranto – “che riguardano una serie di contraddizioni da una parte sostenute dai verbali delle numerose escursioni che sono state fatte in questi lunghi mesi di lavoro”.
“Le dichiarazioni e le conclusioni – continua De Blasio – vengono corredate e sostenute e diventano gravi indizi di colpevolezza anche da altre contraddizioni che emergono dai riscontri dei tabulati telefonici e di taluni passaggi di chiamate intercettate, che hanno dato conferma dei gravi indizi”.
Ora, secondo gli inquirenti, c’è una svolta nelle indagini. Michele, che è già in carcere con la figlia Sabrina, non trasportò da solo il corpo della nipote Sarah Scazzi dal garage di casa sua fino al pozzo in contrada Mosca. Ad c’erano il fratello Carmine ed il nipote Cosimo.
Cosma abita in una contrada vicina al luogo in cui è stato occultato il cadavere di Sarah. Dai tabulati telefonici risultano numerose telefonate con lo zio Michele subito dopo la scomparsa della quindicenne.