Nelle ultime 24 ore il ciclone Cleopatra si è abbattuto sulla Sardegna causando devastazioni nelle zone del Nuorese e dell’Oristanese, in Gallura e in Ogliastra. Molte aree sono state sommerse dalla grande quantità di pioggia caduta finora, mentre i morti accertati finora sono 17 e svariati i dispersi, ma il bilancio purtroppo sembra destinato ad aumentare. «La situazione in tutta l’isola è caotica» ha detto a Rainews il governatore dell’isola Ugo Cappellacci, «si tratta, come hanno spiegato gli esperti, di una piena millenaria che si verifica molto raramente». Al momento si sta già lavorando al ripristino delle linee elettriche e della viabilità, nonché allo sgombero delle numerose case, specialmente in campagna, invase dal’acqua.
Intanto le autorità si sono già mosse. Franco Gabrielli, capo della protezione civile, ha così commentato l’accaduto ai microfoni di Sky Tg 24: «La macchina dei soccorsi si è messa subito in moto rispetto alle previsioni che avevamo diramato. Purtroppo il nostro è il Paese delle polemiche; davanti alla triste conta dei morti dovremmo avere tutti più rispetto e fermarci a riflettere. In Sardegna si è verificato un evento straordinario: in un solo giorno è caduta una quantità d’acqua che cade in sei mesi». Quanto al bilancio delle vittime, Gabrielli dice che ancora non è definitivo: «Nelle campagne ci sono diverse abitazioni sommerse dalle acque. Stiamo organizzando la macchina dei soccorsi e il nostro obiettivo è raggiungere tutti gli abitanti per portare generi di conforto». È intervenuto sulla vicenda anche il premier Enrico Letta, intervistato da Radio Anch’Io: «L’apparato dello Stato farà tutto il possibile per venire incontro alle esigenze nate da una situazione straordinaria. Dopo il nubifragio che ha colpito la Sardegna il Consiglio dei ministri dichiarerà subito lo stato di emergenza, che consente due cose: regole per interventi più rapidi e l’individuazione del primo ammontare delle risorse per le primissime esigenze». Intanto sono già stati stanziati, nelle ultime ore, 20 milioni di euro.
Giuseppe Grasso