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Roma, colonnello ai suoi uomini: “lo stupro in caserma è una cosa riprovevole”

Colonnello Maurizio Mezzavilla

Maurizio Mezzavilla, colonnello dei carabinieri di Roma, ha commentato lo spiacevole evento dello stupro in caserma da parte di tre dei suoi uomini e di un vigile urbano. “Lo dico in modo semplice e chiaro” – dice in modo diretto – “A prescindere dalle valutazioni che la magistratura farà in sede penale e su cui, evidentemente, non entro, quanto è accaduto nella stazione del Quadraro è riprovevole. Il comportamento dei tre carabinieri è stato dissennato. Comunque. E proprio per questo, quel che è accaduto non può e non deve sporcare il lavoro che, ogni giorno, 24 ore su 24, fanno gli uomini dell’Arma con grande sacrificio e professionalità”.

“L’Arma” – continua – “è un’istituzione che da 200 anni custodisce valori cui non è mai venuta meno. Ma l’Arma è figlia di questa società. I suoi uomini sono cittadini di questo Paese e del suo tempo. E questo Paese, negli ultimi cinquant’anni, è cambiato molto. Lo dico perché io so quello che ho fatto e detto ai tre carabinieri della stazione del Quadraro quando ho avuto notizia di cosa era accaduto. Ho ricordato a tutti e tre quali sono i doveri di un carabiniere e li ho invitati a fare una sola cosa. Andare dal magistrato e dire la verità. Quale che fosse il costo. Perché l’Arma non ha paura della verità. Dopodiché, come noto, è stata immediatamente avviata un’indagine interna, i tre militari sono stati deferiti in sede disciplinare e, oggi pomeriggio (ieri, ndr), hanno raggiunto le nuove sedi cui sono stati trasferiti in attesa di ulteriori decisioni che verranno prese in sede disciplinare, a prescindere dal corso che avrà la vicenda penale”.

Il Quadraro è l’ultimo fotogramma di una sequenza nera. Nell’autunno del 2009 il caso Marrazzo con la banda di carabinieri estorsori. Nella primavera del 2010 i 15 chili di hashish che spariscono dal deposito corpi di reato della stazione carabinieri di Cinecittà. E poi, la morte di Stefano Cucchi, arrestato dalla compagnia Casilino, la stessa che ha competenza sul Quadraro e su Cinecittà. “Premesso che nella vicenda Cucchi le indagini della magistratura hanno liberato da ogni possibile sospetto il comportamento dei carabinieri” – sottolinea il colonnello – ” le altre vicende hanno visto l’Arma e il mio predecessore intervenire tempestivamente e direi anche molto energicamente. La vicenda Marrazzo è stata svelata dalle indagini dell’Arma. E grazie a quelle indagini si è scoperto anche che l’ex governatore non era stato il primo, né il solo ad essere vittima di estorsioni. Quanto alla vicenda di Cinecittà, prima ancora che le indagini, per altro ancora in corso, accertassero qualsivoglia responsabilità, l’intero personale della stazione è stato rimosso e sostituito. E, da maggio dello scorso anno, la compagnia Casilino ha un nuovo comandante”.

“La nostra capillare presenza sul territorio è la migliore garanzia per la sicurezza di una comunità” – prosegue – “Che un brigadiere, un maresciallo, un appuntato che, grazie ad anni di lavoro, conoscono a menadito il contesto in cui si muovono, siano una risorsa straordinaria. È ovvio che esiste un rovescio della medaglia. Che un possibile comportamento deviante può restare celato più a lungo. Ma per questo penso che esista uno strumento molto semplice. La qualità del comando e del controllo. E su questo, come ho detto, mi pare che all’Arma non possano essere rimproverate né inerzie, né timidezze”.

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