Nel 2009 il collegio sindacale della Asl Napoli 1 aveva già sollevato un polverone perché i conti dell’azienda non tornavano. Il collegio accertò una perdita complessiva di 400 milioni e 886mila euro e i rilievi sui costi del personale furono particolarmente critici. Allora i sindaci sostennero che la spesa rappresentasse “un vincolo alla razionalizzazione dei costi per la sua natura fortemente rigida”.
Sono trascorsi due anni e le cifre che escono fuori sono ancora imbarazzanti. Secondo queste cifre, infatti, risulta che 10.102 dipendenti della Asl Napoli ricevono gli stipendi più alti d’Italia. A far lievitare sensibilmente le buste paga è il salario accessorio. Per incentivi, reperibilità, straordinari, progressioni orizzontali e progetti di produttività l’Azienda ha speso nel 2009 ben 145 milioni e 624mila euro. Un’enormità rispetto alle altre regioni ma anche rispetto alle altre Asl campane.
Interviene sull’argomento il presidente della Regione, Stefano Caldoro, che ha definito il caso “un vero e proprio cancro per la società”. “Abbiamo bloccato” – spiega però Caldoro – “tutti gli aumenti retributivi collegati agli accessori e agli straordinari, dovendo chiaramente garantire l’offerta sanitaria. E abbiamo iniziato a lavorare in maniera incisiva e forte sul piano economico per ridurre il deficit. Per ora abbiamo dovuto farlo per aumentando le entrate. Abbiamo dovuto introdurre anche il ticket perchè è chiaro che non c’è più nessuna possibilità di coprire, da parte del governo nazionale, i buchi della sanità. Quindi occorre uno sforzo che dobbiamo fare nel modo migliore”.
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