Adele ha 16 anni, quell’età nel cui fuoco bruciano le possibilità, e non sa ancora nulla dell’amore. Prova a frequentare un ragazzo, ma con scarso trasporto, e capisce cosa vuole davvero quando le gira la testa in seguito all’incontro con una misteriosa ragazza dai capelli blu. Da quel preciso momento, non può più mentire a se stessa, lascia il ragazzo e per caso incontra l’oggetto delle sue fantasie in un bar lesbo. Da quel momento Adele vuole solo Emma. Per il resto ama gli spaghetti e i romanzi, vuole fare la maestra, sogna dei bambini e non trova tante differenze tra Sartre e Bob Marley.
Adele ha 16 anni, quell’età nel cui fuoco bruciano le possibilità, e non sa ancora nulla dell’amore. Prova a frequentare un ragazzo, ma con scarso trasporto, e capisce cosa vuole davvero quando le gira la testa in seguito all’incontro con una misteriosa ragazza dai capelli blu. Da quel preciso momento, non può più mentire a se stessa, lascia il ragazzo e per caso incontra l’oggetto delle sue fantasie in un bar lesbo. Da quel momento Adele vuole solo Emma. Per il resto ama gli spaghetti e i romanzi, vuole fare la maestra, sogna dei bambini e non trova tante differenze tra Sartre e Bob Marley. Emma, invece, sogna di diventare una grande artista, è ambiziosa, libera e radical chic. E tuttavia, a prescindere dalle differenze, avviano una relazione. Il vero miracolo di “La vita di Adele”, è che il sentimento amoroso dimentica di essere cinema, salta la cornice e si fa vita vissuta. Per tre ore, tra lacrime e amplessi, sguardi che diventano abissi e pori della pelle in primo piano, umori, lacrime e sudori, come in una sensuale tela d’artista, il regista Abdellatif Kechiche (suo anche il carnale Venere Nera) – Palma d’Oro all’ultimo Festival di Cannes – , trasforma in tableau vivant il suo film ispirato alle tavole del fumetto “Il blu è un colore caldo” di Julie Maroh. E confeziona un’opera così realistica da rimanere appiccicata addosso, come odore sulla pelle. A dar vita ai personaggi, ci sono due attrici dallo sguardo magnetico e dal fascino innegabile: Léa Seydoux (Emma) e Adèle Exarchopoulos (Adele). Sono loro a incarnare e ad assimilare le due protagoniste del comic. Ed è Kechiche a renderle più vive che mai, con inquadrature strette e primi piani tesi a mettere in evidenza ogni minimo dettaglio. Così, senza veli e senza pudori, offre al pubblico lo scandire della quotidianità che va avanti imperterrita e la bellezza imperfetta dei sensi, messa a nudo dagli amplessi prolungati delle due protagoniste e dall’intreccio dei loro corpi.
Margherita Diurno
Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.