La procura di Napoli ha richiesto alla Camera dei deputati l’autorizzazione per l’arresto dell’ ex sottosegretario all’economia Nicola Cosentino, deputato PDL. Cosentino è indagato per falso, riciclaggio e altri reati, con l’aggravante di aver agevolato gli interessi del clan camorristico dei Casalesi – è indicato infatti come «sostenitore, attraverso attività illecite» del progetto per la realizzazione (mai concretizzatasi) del centro commerciale” Il Principe” a Casal di Principe (Caserta) da parte della società Vian srl subentrata alla società Sirio. Di quest’ultima avrebbero fatto parte componenti del clan camorristico dei Casalesi, arrestati questa mattina dalla Dia e dai carabinieri. Nell’ordinanza Cosentino è indicato dai Pm come il «referente politico nazionale del clan dei Casalesi». A conforto del ruolo attribuitogli sarebbero stati accertati anche episodi di voto di scambio riguardanti l’elezioni amministrative 2007 e 2011. La disposizione della Dia di Napoli e dei carabinieri di Caserta riguarderebbe una settantina d’indagati, sarebbero state emesse ben 55 ordinanze di custodia cautelare in tutta Italia, alcune delle quali destinate a politici, amministratori locali e esponenti del mondo delle banche nazionali.Tra gli indagati comparirebbe anche il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, deputato Pdl. Cesaro secondo gli inquirenti avrebbe accompagnato Cosentino all’agenzia Unicredit di Roma alla quale sarebbe stato chiesto tramite imprenditori vicini al clan dei Casalesi un fido da 8 milioni. Per tale concessione Cosentino avrebbe esercitato pressione nei confronti di alcuni funzionari. L’indagine verte sull’ala militare del clan dei Casalesi, dei gruppi Schiavone e Bidognetti, ma nelle oltre 1000 pagine dell’ingiunzione i capi d’imputazione contestati vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso, al riciclaggio, alla corruzione al falso, aggravati dall’articolo 7, ossia l’aver agito per favorire la criminalità organizzata. L’ordinanza d’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere per Cosentino è stata firmata dal gip Egle Pilla, su richiesta dei pubblici ministeri Antonio Ardituro, Francesco Curcio e Henry John Woodcock. L’IDV invita la Camera a non rigettare, come due anni fa, la richiesta d’arresto. Antonio Di Pietro intervenuto a Radio Radicale teme il ripetersi del salvataggio. “L’altra volta per un gioco di potere ed un voto di scambio in Parlamento Cosentino l’ha fatta franca, mi auguro che questa volta il Parlamento non svenda ancora la propria dignità… E che soprattutto non si crei questo inciucio traversale all’insegna del volemose bene. Siccome adesso c’è una grande coalizione che appoggia Monti, non vorrei che la stessa grande coalizione appoggiasse tutti coloro che vogliono impedire ai magistrati di perseguire gli accusati di reati gravissimi”.
Michela Salomone
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