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Gigi Di Fiore racconta l’assedio di Gaeta

L'assedio di Gaeta, che vide contrapposti l'esercito sabaudo e quello borbonico, che si concluse con la caduta del Regno delle Due Sicilie e la successiva annessione del Mezzogiorno allo Stato piemontese. Questi i momenti della storia del Risorgimento italiano narrati nel nuovo libro del giornalista Gigi Di Fiore 'Gli ultimi giorni di Gaeta, l'assedio che condannò l'Italia all'Unita", pubblicato da Rizzoli, titolo che come sottolinea l'autore "é una provocazione per indurre a una riflessione su come fu fatta l'Unità e come quei modi sono riflessi in molte spaccature".

L’assedio di Gaeta, che vide contrapposti l’esercito sabaudo e quello borbonico, che si concluse con la caduta del Regno delle Due Sicilie e la successiva annessione del Mezzogiorno allo Stato piemontese. Questi i momenti della storia del Risorgimento italiano narrati nel nuovo libro del giornalista Gigi Di Fiore ‘Gli ultimi giorni di Gaeta, l’assedio che condannò l’Italia all’Unita”, pubblicato da Rizzoli, titolo che come sottolinea l’autore “é una provocazione per indurre a una riflessione su come fu fatta l’Unità e come quei modi sono riflessi in molte spaccature”. Il testo è strutturato come un romanzo ma, come è proprio dello stile dell’autore, ogni episodio è accuratamente documentato. Un fatto storico che come ha detto Di Fiore “nei libri scolastici non viene quasi mai menzionato, ma che invece ritengo rappresenti un momento emblematico della fine del Regno delle Due Sicilie e dell’annessione del Sud al resto d’Italià. L’assedio sabaudo che durò tre mesi e si concluse il 13 febbraio 1861, costò la vita di oltre mille militari borbonici e di civili anche a causa, come documentato nel romanzo, dell’utilizzo da parte dei piemontesi di nuovi cannoni. “In quanto accadde a Gaeta – ha spiegato Di Fiore – c’é il meglio e il peggio dei comportamenti che raccontano, insieme a quanto accadde dopo, l’assenza di una coscienza nazionale che viviamo ancora oggi a 150 anni dall’Unità d’Italia e che spiega il successo della Lega Nord che ha saputo intercettare questo vuoto colmandolo con l’esaltazione di un’identità territorialé. Il testo ricco di riferimenti e rimandi a documenti storici secondo Monga “dovrebbe andare nelle scuole perché racconta una delle pagine buie e tenuta nascosta del nostro Risorgimento perché, come spesso accade, la storia è scritta dai vincitori”. Un libro che non solo racconta il passato, ma che come sottolineato da Musella “tratta questioni, come ad esempio il razzismo, che si evince in una lettera di D’Azeglio a un’amica, che rimandano a problemi attuali”.

Maria Colorito