Una vicenda che, per certi versi, ricorda quella dell’asilo ‘Cip e Ciop’ di Pistoia. Questa volta però a ricevere schiaffi, pugni e percosse sono stati i ragazzi di una struttura di assistenza sociale per la gioventù nel casertano. A portare alla luce la vicenda è stata la Squadra mobile di Caserta che ha accertato episodi di violenza all’interno del ‘Villaggio dei ragazzi’ di Maddaloni. Cinque persone sono state arrestate con accuse pesantissime: maltrattementi e lesioni nei confronti di minori. In manette Domenico Bellucci, Vincenzo Crisci, Francesco Edattico, Gianluca Panico e Maria Iesu.
La polizia aveva avviato le indagini nell’estate del 2009, coordinate dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Nei confronti dei ragazzi veniva fatto “sistematico ricorso a metodi brutali e umilianti”, fino ad arrivare alle percosse, da parte di alcuni educatori della struttura, che si rivolgevano loro abitualmente con appellativi mortificanti. All’insegnante è stato contestato un episodio di violenza sessuale ai danni di due undicenni. Uno degli episodi, in particolare, è accaduto durante una lezione presso la scuola media statale del Villaggio nel novembre del 2008. Allora la professoressa, colpita ora dall’ordinanza cautelare, fece stendere supini i due alunni sul pavimento, con l’uso della forza fisica, e si sedette su di loro simulando un rapporto sessuale.
“Ho frequentato la scuola elementare e la scuola media fino all’anno scolastico 2007/2008” – spiega uno degli ex alunni della scuola – “Ho un bel ricordo unicamente dei miei insegnanti, mentre riguardo agli educatori non ne ho uno molto di positivo. Ricordo un educatore in particolare, era sua abitudine picchiare i ragazzi più tranquilli e quelli più piccoli, mentre dei ragazzi più ribelli aveva paura perché questi reagivano. Abitualmente picchiava gli altri ragazzi con le mani anche senza motivo”. Il ragazzo, poi, racconta di un episodio che lo ha colpito in prima persona: “Se non erro, era subito dopo Carnevale dell’anno 2008, verso le 19.30, quando, dopo avermi dato degli spintoni sulle scale facendomi cadere, mi percosse selvaggiamente con le mani dandomi gli schiaffi in testa” – spiega – “Furono così tanti gli schiaffi che rimasi intontito e per farlo interrompere reagii. Ma, essendo la mia forza inferiore alla sua, mi afferrò per i capelli facendomi molto male e bloccandomi la testa. Mi aveva procurato graffi sul viso facendomi uscire anche il sangue dal naso, al punto tale che quando il professore mi vide si spaventò molto. Il motivo per cui l’educatore mi picchiò era, a suo dire, perché io non volevo stare in fila”.
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