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Bio-shopper, solo 10% negozi usa quelli doc

Tutti (il 97%) sanno che le vecchie buste della spesa in plastica sono al bando ormai da un anno, dal 1/o gennaio 2011, ma solo il 10% usa bio-shopper autentici compostabili mentre nel 60% dei casi non si puo’ con certezza che si tratti di materiale doc mentre il 26% usa il biodegradabile non compostabile. In generale i biodegradabili sono utilizzati dalla quasi totalita’ degli intervistati (96%) mentre uno su tre utilizza ancora i tradizionali sacchetti. Questa la fotografia dei negozianti e i bio-shopper scattata nella ricerca Ispo commissionata da Assobioplastiche e presentata a Roma al convegno ”Un anno di divieto: dodici mesi di successi con molte domande”. Alla vasta conoscenza degli obblighi di legge non corrisponde quindi una corretta informazione sulle caratteristiche dei bio-shopper. Proprio sul fronte dei parametri e’ intervenuto il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini. ”Stiamo lavorando sulla norma. Bisogna applicare la legge e identificare le caratteristiche di biodegradabilita’ e compostabilita’ dei sacchetti di plastica”, ha detto in merito all’esclusione della norma nel testo del cosiddetto decreto Milleproroghe dell’ articolo che stabiliva i corretti parametri di biodegradabilita’ nell’ambiente e compostabilita’ degli shopper (secondo la norma europea EN13432). Da decidere ancora la forma della nuova norma, o come emendamento o come decreto Sviluppo Economico e Ambiente. Secondo Clini bisogna ”arrivare fino in fondo alla procedura avviata nel 2007 e su questo non c’e’ da aprire una discussione. la strada maestra non si discute”. ”Tutti conoscono che c’e’ una norma ma, meno nei cittadini e piu’ nei commercianti, c’e’ una necessita’ di chiarezza – ha detto il presidente di Assobioplastiche, Marco Versari – per un prodotto che rispetti gli standard di legge”. In particolare, ha spiegato lo stesso presidente Ispo, Renato Mannheimer, ”c’e’ un buon livello di informazione, visto che 3 su 4 dichiarano di conoscere la differenza tra biodegradabile e compostabile, ma ci sono ampi spazi di miglioramento”. Molti meno, infatti, sanno dell’esistenza della certificazione per il compostabile (riciclabile al 100%). La ricerca e’ stata condotta tra i negozianti di generi alimentari. Tra chi utilizza biodegradabile, la meta’ e’ certa che si tratti anche di compostabile mentre ben 8 su 10 di dicono sorpresi della non compostabilita’. ”Il commercio al dettaglio – ha detto Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente – e’ stato inondato da sacchetti di plastica tradizionale arricchiti con additivi chimici spacciati per ‘bio”’. Se questi sacchetti sono ”usati per la raccolta differenziata dell’organico domestico inquinano pesantemente il compost con frammenti di plastica”. Le bioplastiche, ha spiegato il senatore del Pd, Francesco Ferrante, ”devono sostanzialmente avere gli standard della cellulosa che si dissolve nell’ambiente, in determinate condizioni, in 180 giorni”.

Adriano Esposito

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