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11 Ottobre 2021
Tg Politico Parlamentare, edizione dell’11 ottobre 2021
11 Ottobre 2021

Neofascisti e no Green Pass, un corteggiamento lungo un anno

ROMA – È un anno che Giuliano Castellino, leader romano di Forza Nuova arrestato sabato sera, prova a prendersi la piazza no vax. Le ha girate tutte, o quasi. Dai complottisti trumpiani ai no mask, fino ai ristoratori. Alla fine c’è riuscito. ‘Quando la canaglia impera, la patria degli eroi è la galera. Scappare è da conigli e noi siamo leoni’, diceva poco più di un mese fa mentre siglava un patto con alcuni altri comitati in diretta Facebook. Era il 7 settembre, in un bar romano Castellino stringe le mani di altri oppositori del green pass. Tra gli altri ci sono Pamela Testa, la donna arrestata dopo l’assalto alla Cgil, c’è nonna Maura (responsabile regionale per la Liguria della comunità ‘Salviamo i bambini dalla dittatura sanitaria’). ‘Siamo quattro, cinque, sei, sette milioni di italiani che decidono di rimanere uomini liberi’, giurava Castellino. Lo chiamano ‘fronte di liberazione e resistenza’. Il 5 settembre del 2020 quando ancora la seconda ondata non aveva alterato i piani del governo, Castellino guidò una manciata di neofascisti in piazza della Bocca della verità. In un caldo pomeriggio romano Forza Nuova si aggregò a circa duemila persone, la prima partecipata manifestazione ‘no mask’. Di lì a poche settimane, nel Lazio come in altre regioni, sarebbe diventato obbligatorio indossare la mascherina all’aperto. Quel giorno in piazza c’era di tutto: sull’onda del successo di alcune manifestazioni analoghe in Europa (le immagini di Berlino avevano fatto il giro del mondo), il ‘Popolo delle mamme’ aveva radunato micro comitati di diverse fatture.

Castellino fu invitato a parlare dal palco, ma nel presentarlo venne omesso ogni riferimento a Forza Nuova. ‘Ora tocca a una persona che rappresenta una parte di questa piazza, è qua per partecipare come papà- disse l’organizzatore- non c’è bisogno che ve lo presenti. Qualcuno pensava che Giuliano si nascondesse, no, non si nasconde. Una parte dei presenti sono persone vicine a lui’. E così Castellino, tra complottisti e negazionisti, conquistò la piazza, in incognito, riscuotendo applausi e ovazioni: ‘Sono in piazza perché sono il padre di tre figli, io ho avuto le palle di farli tre figli. Sono un lavoratore e campo con 1.500 euro al mese. Non nominerò il nome della mia gente, giornalai non ve lo do questo vantaggio. La mia gente si è innamorata di questa piazza- disse- perché è anti-ideologica, plurale, situazionista, interventista e non ha paura della differenze, è pronta a combattere e lottare contro i nemici del popolo che si chiamano Soros e Bill Gates, Obama e Clinton. Gli amici dei popoli liberi si chiamano Trump e Putin’. Un successo, acclamato dalla piazza: Giuliano il papà, il lavoratore. I neofascisti allora ci prendono gusto. Capiscono che la piazza è permeabile. Armati di bandiere e fumogeni, coperti da passamontagna, sanno che ci vuole poco a prendersi la scena. Rieccoli in piazza del Popolo, il 27 ottobre. Stavolta a manifestare sono commercianti e categorie colpite dalle nuove chiusure. Quelli di Forza Nuova sono un centinaio o poco più, stavolta c’è anche il leader nazionale Roberto Fiore. Insultano i giornalisti, l’allora capo del governo Giuseppe Conte. Fanno esplodere bombe carta, provocano la polizia che alla fine parte con gli idranti. I neofascisti vengono messi in fuga. Per qualche ora faranno i vandali tra i quartieri Flaminio e Prati.

A gennaio di quest’anno le proteste salgono di livello. I ristoratori si organizzano. Nasce il movimento #IoApro, opera del 31enne Umberto Carriera, proprietario di sei ristoranti a Pesaro. Matteo Salvini, sui social, gli dà voce. Oltre a lui tra i leader del movimento spicca Momi El Hawi, titolare di cinque ristoranti: tre in Italia e due in Egitto. La piazza si gonfia, trova spazio. E fa sempre più gola all’estrema destra. Stavolta ci prova CasaPound. Il 6 aprile, davanti a Montecitorio, a manifestare con quelli di #IoApro ci sono anche i neofascisti di via Napoleone III. Dal palco parla Luca Marsella, consigliere municipale a Roma e militante di CasaPound. La situazione però degenera e i manifestanti si scontrano con la polizia. Le forze dell’ordine faticano a gestire la situazione, tanto che nei giorni successivi la piazza verrà rinforzata con delle transenne che ancora oggi sono lì. Non passa nemmeno una settimana che si replica. È il 12 aprile, piazza San Silvestro. La folla si è ingrossata. In piazza c’è CasaPound. ‘Erano in piazza a nostra insaputa- si giustificano i ristoratori- dovevano essere isolati dalla polizia, ci siamo dissociati immediatamente’. Ma le immagini mostrano altro: a trattare con le forze dell’ordine c’è anche Luca Marsella. CasaPound è protagonista degli scontri con la polizia: sotto la pioggia la guerriglia dura per qualche ora nel centro di Roma. Il giorno dopo corteo al Circo Massimo, stavolta pacifico.

CasaPound, però, prova a cavalcare l’onda. Il 15 aprile dà appuntamento davanti alla Camera per dare la sua versione dei fatti sugli scontri piazza San Silvestro. Le forze dell’ordine blindano la zona intorno a Montecitorio, si temono nuovi scontri. A metà mattina, però, arriva solo Marsella con un pugno di neofascisti di via Napoleone III. Si ritrova a parlare da solo, in una piazza deserta, un colpo d’occhio che cozza con le strade affollate dei giorni precedenti. ‘La nostra presenza era concordata con quelli di #IoApro- spiega- continueremo a essere al fianco dei lavoratori’. Ma non è così. CasaPound si defilerà. Arriviamo così a fine luglio. Martedì 27. A piazza del Popolo tornano i ristoratori di #IoApro e torna Giuliano Castellino. I neofascisti prendono la fontana al centro della piazza e accendono i fumogeni. Poi, via agli insulti: contro Draghi, contro Speranza, contro i giornalisti. Il clima si scalda, la polizia deve allontanare Castellino che si scaglia contro i cronisti. Gli organizzatori però non si dissociano, non li allontano, Tra i manifestanti spunta qualche svastica, le stelle di David diventano simbologia della protesta. Castellino guida i suoi dalla fontana al palco. Una marcia che, di fatto, unisce le due proteste: quella dei fascisti e quella dei ristoranti, che hanno montato un palco e dei banchetti dove distribuiscono berretti e magliette griffate. È il continua a leggere sul sito di riferimento