L’incubo è finito. Uno dopo l’altro i 33 minatori, intrappolati da oltre due mesi nelle viscere della terra a San Jose in Cile, sono tornati in superficie stretti nella capsula Fenix. Florencio Avalos è stato il primo dei 33 a tornare a vedere la luce undici minuti dopo la mezzanotte locale (le 5:11 ora italiana) dopo un quarto d’ora di viaggio attraverso gli oltre 600 metri del tunnel della salvezza. Il primo a gettarsi tra le sue braccia è stato il figlio di otto anni che lo aspettava tesissimo sul bordo del pozzo, mentre tutto intorno esplodeva la gioia di familiari, tecnici e giornalisti. Poi un’ora dopo è tornato su Mario Sepulveda che ha confermato la sua fama di estroverso inscenando un piccolo show a base di grida, salti e battute con la First Lady cilena Cecilia Morel, che ha accompagnato il presidente Sebastian Pinera. Sepulveda ha anche portato un regalo ai soccorritori: delle pietre raccolte sul fondo del pozzo. Poi è stata la volta di Juan Illanes. L’operazione di salvataggio, denominata San Lorenzo, era slittata di alcune ore rispetto alle previsioni tenendo tutti con il fiato sospeso. Dopo alcuni test sulla capsula vuota, alla 23:38 è sceso per primo sul fondo del pozzo l’esperto minerario Manuel Gonzalez di cui la tv ha immortalato l’abbraccio con i minatori. La gioia per la risalita dei minatori è stata esplosiva al Campamento Esperanza dove sono raccolte le famiglie dei minatori assediate dai cronisti e dalle troupe televisive di tutto il mondo. A Santiago del Cile la gente è scesa nella Plaza Italia per festeggiare, cosi come i cileni a Washington si sono raccolti davanti alla loro ambasciata per seguire su un mega schermo le fasi del salvataggio con un tifo da stadio.