Sembrerebbe, e il condizionale è d’obbligo, che sia arrivata la richiesta di riscatto per la salma del famosissimo conduttore televisivo, Mike Bongiorno. Sul settimanale ‘Oggi’ è stata ricostruita la vicenda, anche se persistono alcuni lati oscuri.
Secondo quanto riportato dalla rivista, Nicolò (figlio di Mike) avrebbe ricevuto una richiesta di riscatto di 300 mila euro per riavere la salma del padre trafugata la notte del 24 gennaio dal cimitero di Dagnente (No). Non si conoscono i dettagli della trattativa, ma a quanto sembra si tratta di malviventi professionisti che non hanno avuto problemi a eludere i sistemi di sicurezza del cimitero e che si sono messi in contatto con la famiglia attraverso canali sicuri.
Inoltre, i sequestratori avrebbero contattato Nicolò anche tramite un sacerdote amico di famiglia e grazie a pubblicazioni di annunci allusivi su alcuni quotidiani svizzeri.
La modalità di pagamento, poi, sembra da film: le banconote di piccolo taglio contenute in una borsa o in una busta, avrebbero dovuto essere lanciati da un treno in corsa in prossimità di un cavalcavia ferroviario precedentemente concordato. Sembra però che una telefonata poco prima della consegna abbia bloccato la trattativa. Ma perché? C’è stato un aumento della posta o il dubbio che si tratti dei falsi sequestratori?