ROMA – “Possiamo sperare che l’Europa possa tornare ad esprimere un sentimento di umanità verso questi uomini, donne e bambini? Non c’è più tempo”. Questa la domanda e l’appello rivolto da Ivana Borsotto, presidente di Focsiv, a nome del Consiglio e delle 87 ong socie della Federazione.La dichiarazione è stata diffusa oggi, con una nota, dopo il naufragio a largo della Libia della settimana scorsa nel quale hanno perso la vita oltre cento persone.
LEGGI ANCHE: Sea-Watch: nave con 106 migranti respinta in Libia, morti una donna e un bambino”Corpi alla deriva, corpi che avevano una storia, degli affetti e delle speranze e che in molti casi non avranno il privilegio di una tomba o, per i più fortunati, di un nome sulla propria ultima dimora” ha detto Borsotto. “Erano persone, non figli di un Dio minore, o semplici numeri da riportare sui documenti della burocrazia europea. Persone che l’Europa non riconosce, che non vuole o che rimanda nel girone infernale libico, con il quale stringe accordi economici per salvaguardare i propri pozzi petroliferi e quel benessere che poggia i propri piedi sulla pelle di uomini e donne, che hanno avuto solo il destino di essere nati nel posto sbagliato della Terra. Sono loro che l’Europa tratta come scarto, un tributo dovuto per un sistema economico finanziario che consuma, ma non restituisce o ridistribuisce. Sono loro che pagano il prezzo più alto”.Borsotto ha continuato: “Già negli scorsi mesi avevamo lanciato un appello, insieme a tanti altri esponenti della società civile, ai rappresentanti europei e italiani affinché questa strage infinita potesse e possa essere fermata, sollecitandoli ad assumersi la responsabilità politica delle migrazioni con il superamento dei Regolamenti di Dublino e la revisione di procedure meno burocratiche per l’accoglienza e l’integrazione”.
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