Viaggiatori ed esercenti sul piede di guerra per i disagi relativi all’estensione notturna delle corse del Metrò collinare il venerdì e sabato: inaccessibili ai disabili una parte delle stazioni, violate le norme di sicurezza per i viaggiatori nella stazione di Rione Alto, prolungamenti orari decisi mezz’ora prima dell’ultima corsa serale ordinaria, treni deserti per mancata informazione all’utenza; l’esclusione delle stazioni nella tratta da Garibaldi a Vanvitelli scatena le rimostranze degli esercenti del Centro Storico che si dichiarano penalizzati. Oggi, giovedì 4 dicembre, riunione anche sul divario di trattamento economico tra gli ex autisti degli autobus Anm e dipendenti di provenienza Metronapoli penalizzati contrattualmente con una differenza contributiva di 500 euro mensili
Cosa accadrà venerdì e sabato prossimi, dopo la beffa dei prolungamenti orari della Metropolitana collinare di venerdì e sabato scorsi? Il TotoMetrò è tuttora aperto e sembra diventato un’abitudine, chiaramente a danno dell’utenza che per due giorni di seguito non è stata informata in alcun modo del provvedimento di estensione notturna del servizio, se non attraverso tre annunci: venerdì sera (ore 21,46 e 21,47) e sabato sera (ore 22,30) diramati esclusivamente nelle stazioni e, peraltro, nemmeno chiari a causa dell’audio difettoso. Nessun avviso al resto della popolazione.. praticamente incredibile! Costi ingenti sostenuti per trasportare poche anime che, giusto per caso, hanno appreso all’ultimo momento che la Direzione della Linea 1 aveva deciso, poco prima del termine del servizio ordinario, di prolungate le corse.
Questa la situazione ultima, successiva all’interruzione di tre week end che aveva già scatenato le ire dei passeggeri, dei commercianti e in prima linea dei ristoratori e gestori dei locali della movida partenopea ubicati nei pressi delle stazioni metropolitane, sensibilmente danneggiati dal conseguente afflusso ridotto di avventori. E la situazione non è certo mutata con il prolungamento “a sorpresa” dello scorso week end del quale hanno usufruito pochi utenti a causa della mancata informazione a riguardo, dovuta al tardivo reclutamento del personale per il turno straordinario, da parte dell’Azienda.
Anzi, c’è da sottolineare che l’esclusione dal prolungamento della tratta tra Garibaldi e Vanvitelli è apparsa come una penalizzazione intollerabile agli occhi degli esercenti del Centro Storico e degli abitanti della stessa zona.
Vergognosa, a giudizio dell’utenza, la discriminazione nei confronti dei disabili e di tutte le persone costrette per motivi di salute permanenti o provvisori a servirsi delle scale mobili e/o degli ascensori: nelle stazioni di Frullone e Colli Aminei gli impianti di discesa e risalita sono infatti rimasti spenti per mancanza di personale autorizzato, sia venerdì sera che sabato sera. Altro aspetto altrettanto grave: in assoluta violazione di tutti gli standard di sicurezza per i viaggiatori, la stazione di Rione Alto è stata presenziata da un solo agente di stazione, mentre per obbligo Ustiff, questa per rimanere aperta deve assolutamente essere presenziata da almeno due agenti di stazione.
Intanto, sulla questione prolungamento e non solo su questa, stamattina (giovedì 4 dicembre) ci sarà una riunione che si profila molto accesa. Appare ancora molto lontana l’effettiva possibilità di un accordo tra Dirigenza e lavoratori, chiaramente supportati dai sindacati. All’ordine del giorno anche la spinosa questione che riguarda il sensibile divario di stipendio nella partecipata del Comune di Napoli della Linea 1, tra i lavoratori di provenienza Metronapoli e e gli ex autisti Anm immessi quali agenti di stazione, con parametri 158 e 175 e superminimi, mentre il parametro del loro ingresso era 139, così come da essi stessi accettato e firmato per scendere dagli autobus e accedere al lavoro nelle stazioni. Invece a tutt’oggi, per loro continuano ad essere adottati i parametri precedenti, con costi sostenuti che gravano sui cittadini, mentre il personale Metronapoli mantiene il parametro 143, con una differenza retributiva di 500 euro nette al mese. Quindi – a detta degli stessi lavoratori – spreco di danaro pubblico e ingiusta ed evidente discriminazione nei confronti dei dipendenti di provenienza Metronapoli.
Giovanni M. Lucianelli