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Milano, 20 nov. (askanews) – FederBio e Wwf Italia giudicano “non soddisfacente” il quadro che emerge dalla bozza delle legge di bilancio per quanto riguarda le risorse assegnate al bio.
Alle filiere agroalimentari certificate in biologico, lamentano le due associazioni, sono riservate poco meno di 34 milioni di euro, che corrispondono a circa 1,4% dell’intero budget (2.434.630.489 euro) previsto per il Masaf nel 2024.

Secondo FederBio e WWF sono necessarie, non solo maggiori risorse, ma anche misure fiscali in grado di ridurre il costo della produzione e della certificazione a carico delle aziende agricole e rilanciare i consumi dei prodotti biologici certificati in un momento di difficoltà economica per le famiglie italiane.

Secondo l’Osservatorio Sana il valore del mercato biologico al consumo in Italia è stato di 5,474 miliardi di euro (luglio 2022-luglio 2023), con un aumento del 9% rispetto al 2022. Una crescita, minore rispetto agli anni precedenti, che rischia però un bilancio negativo nel 2023 a causa dell’inflazione e del ridotto potere di acquisto delle famiglie. Se la domanda interna dei prodotti biologici certificati rallenta, rischiando perfino di fermarsi o arretrare, potrebbe essere messo a repentaglio tutto il programma di crescita dell’agricoltura biologica del nostro Paese e la possibilità di raggiungere l’obiettivo del 25% di superficie agricola utilizzata certificata in biologico entro il 2027. Questo nonostante l’aumento delle risorse per lo sviluppo del biologico e delle sue filiere previsto dal Piano strategico nazionale della Pac 2023-2027 e dal Pnrr.

A fronte di ciò, proseguono, si richiede un maggiore impegno nel bilancio nazionale per il 2024 a sostegno del biologico, che rappresenta oggi in Italia il principale strumento per una vera transizione ecologica dell’agricoltura.

FederBio e WWF hanno predisposto alcune proposte di emendamenti che sono state inviate ai parlamentari. In particolare, le due associazioni propongono la rimodulazione delle aliquote Iva in relazione alle esternalità ambientali, positive e negative, dell’agricoltura eliminando le agevolazioni previste per pesticidi e fertilizzanti chimici di sintesi e abbassando l’Iva al 4% per tutti i prodotti biologici di consumo e i mezzi tecnici ammessi in agricoltura biologica. Le due organizzazioni auspicano, tra le altre cose, anche l’introduzione di un credito di imposta per la certificazione delle imprese biologiche inserite nell’elenco nazionale degli operatori certificati, per ridurre i costi della certificazione oggi a totale carico delle aziende agricole.