ROMA – Ci sarà mercoledì il faccia a faccia tra il premier Mario Draghi e il presidente del M5S, Giuseppe Conte. Era previsto per stasera ma il premier Draghi ha invece deciso di raggiungere i luoghi della tragedia sulla Marmolada per testimoniare la vicinanza di tutto il Governo alle famiglie delle vittime, dei dispersi e ai feriti. Per quanto riguarda la tensione tra Movimento 5 Stelle a guida Conte e il premier Draghi quasi nessuno crede alla possibilità che i ‘grillini’ mollino il Governo ripiegando sull’appoggio esterno. Ammesso e non concesso che tutti gli interessati siano pronti e disponibili a lasciare i loro incarichi governativi questo manderebbe immediatamente al tappeto tutta la maggioranza. Maggioranza che, lo si è visto in questi ultimi mesi, tutto è meno che granitica. Con la Lega di Salvini che, dopo la batosta alle ultime amministrative, sta cercando di differenziarsi e di marcare le proprie posizioni sperando di riportare a casa qualche consenso. Con il Pd di Letta che non vuol apparire quello sempre disponibile ad accollarsi la responsabilità di sostenere Draghi ad ogni costo. Con i Fratelli di Giorgia Meloni che assistono con piacere a queste liti in attesa del crollo per prendersi tutto il ‘cucuzzaro’. Quindi quello di Conte alla fine si risolverà nell’ennesimo penultimatum, con qualche concessione e rassicurazione su qualche punto ma nient’altro.
C’è comunque da segnalare l’irritazione crescente tra i Dem, portata allo scoperto ieri dal ministro Dario Franceschini, leader della più forte componente interna del partito: Conte esce dal Governo? Può dire addio all’alleanza elettorale col Pd alle prossime elezioni politiche. Vero che Conte deve assolutamente portare a casa qualcosa, cercare di invertire il trend dei sondaggi che parlano ormai di stelle cadenti in ogni luogo. Ma la strada di bombardare il Governo non sembra percorribile, anche perché difficilmente i suoi stessi parlamentari lo seguirebbero in una crisi politica che porta dritto alle elezioni anticipate, molto prima di quella fine di settembre quando scatterà il vitalizio per tutti. Da segnalare, a questo proposito, il consiglio che gli arriva da Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna: “In questo momento storico “tutto serve meno che una campagna elettorale”. Uno strappo nella maggioranza di governo, tra l’altro, avrebbe “conseguenze anche sulle alleanze per le prossime politiche”. Quindi i 5 stelle “riflettano” ha detto. Peraltro all’estero, ha detto ancora Bonaccini, il premier Draghi è ritenuto come la figura più autorevole in Italia in questo momento”. Metterla in discussione sul termovalorizzatore che serve a Roma per i suoi rifiuti sarebbe una tragica farsa.
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