Crolla la Schola Armatorum di Pompei, ma a tremare, sotto i colpi di opposizione, amministratori locali e associazioni, sono anche le mura del ministero dei Beni Culturali a Roma. A rendere il clima ancor piu’ teso, in serata, sono le dure parole di Giorgio Napolitano, che definisce il crollo una ”vergogna per l’Italia”, esigendo spiegazioni da chi ha il dovere di darle, ”al piu’ presto e senza ipocrisie”.
Nel silenzio degli esponenti della maggioranza, Sandro Bondi rileva la difficolta’ di gestire un patrimonio immenso come quello italiano e si appella alla scarsita’ dei fondi a disposizione. Le critiche arrivano da piu’ fronti al ministro, accusato di affidarsi a strutture commissariali incompetenti e di badare
piu’ alla promozione dei siti che alla sostanza dei problemi. Il Pd gli chiede di riferire in Parlamento, invitandolo in sostanza a fare un passo indietro. ”Spero che questa vicenda non alimenti polemiche sterili e strumentali – replica Bondi – Dovrebbe trattarsi al contrario di un’occasione per capire
l’importanza della salvaguardia del nostro patrimonio culturale e della necessita’ di uno sforzo comune per conservarlo”. Il ministro aggiunge poi che ”l’accaduto ripropone la necessita’ di disporre di risorse adeguate per provvedere a quella manutenzione ordinaria che e’ necessaria per la tutela e la
conservazione dell’immenso patrimonio storico artistico di cui disponiamo”.
Due temi, quello della gestione di Pompei e della scarsita’ dei fondi, tra i piu’ scottanti in via del Collegio del Romano.
”Senza fondi la cultura italiana rischia di morire” aveva recentemente detto senza mezzi termini Bondi, iscrivendosi tra il suo dicastero tra quelli critici nei confronti della politica di austerity di Giulio Tremonti. E solo il mese scorso il tema della conservazione del gioiello archeologico campano era
tornato in auge a seguito di un articolo fortemente critico nei confronti della gestione del Corriere della Sera, seguito da una conferenza stampa nella quale il ministro aveva fortemente difeso le sue scelte, spiegando anche la necessita’ di passare dal commissariamento alla gestione ordinaria.
Anche il segretario generale del ministero, Roberto Cecchi, chiede fondi adeguati, ricordando che ”la manutenzione ordinaria non viene fatta piu’ da almeno mezzo secolo”. Parole che fanno infuriare Italia Nostra, ma anche le associazioni degli archeologi che contestano ”la politica degli effetti speciali, con spese di milioni di euro per istallare ologrammi virtuali e pannelli fotografici a pochi passi dalla Domus crollata”. Nell’opposizione l’Idv sostiene che ”i tagli alla cultura apportati in maniera draconiana dal ministro Tremonti stanno provocando danni irreparabili”, il Pd chiede invece al governo di riferire ”al piu’ presto alla Camera su questo vero e proprio disastro generato dall’incuria dell’uomo”.