E’ ferma la situazione in Libia, con i sostenitori dell’opposizione che controllano le principali città orientali del Paese e si apprestano ad annunciare a Bengasi la creazione di un nuovo governo. A Tripoli, invece, c’è una calma apparente.
La comunità internazionale ha messo alle strette Muammar Gheddafi. Il consiglio di sicurezza dell’Onu ha approvato nella notte la risoluzione 1970, che prevede in particolare il blocco dei beni del leader libico e di alcuni suoi familiari ed esponenti del regime, l’embargo alle vendite di armi, oltre ad un possibile coinvolgimento della corte penale internazionale dell’Aja per i crimini di guerra o contro l’umanità commessi in Libia.
“Gheddafi e le autorità libiche sanno che le loro azioni inaccettabili e scandalose avranno conseguenze” – ha detto questa mattina l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Catherine Ashton – “Le violazioni dei diritti umani devono cessare immediatamente”. Oggi a Bengasi è prevista una conferenza stampa nella quale l’ex ministro della Giustizia Mustafa Abdeljalil renderà nota la composizione del nuovo governo libico ad interim.
Intanto, è emergenza sanitaria al confine con la Tunisia. “Solo ieri” – riferisce la Croce Rossa locale – ” oltre 10.000 persone hanno valicato il posto di confine. In una settimana in 40.000 sono entrati in Tunisia, tra loro oltre 15.000 lavoratori egiziani in fuga dalla Libia”.