In un’America devastata dalla criminalità e dalle carceri sovraffollate, il governo ha sancito un periodo annuale, una notte di dodici ore, in cui qualsiasi attività criminale, incluso l’omicidio, diventa legale. Durante queste dodici ore, la polizia non risponde alle chiamate, gli ospedali sospendono il servizio e la popolazione si autoregola senza la preoccupazione di una punizione. Tutto ciò favorisce il dilagare, in quel lasso di tempo, di violenze inaudite e di efferati crimini. Quando un intruso irrompe, proprio durante questa notte di anarchia totale, a casa di James Sandin (Ethan Hawke) e mette in pericolo la sua vita, quella di sua moglie Mary (Lena Headey) e dei loro figli, James e la sua famiglia saranno costretti a difendersi, cercando di non trasformarsi nei mostri da cui si nascondono…
La macchina da presa di James DeMonaco rimane lontana dall’inferno delle metropoli per esplorare la mostruosità che si nasconde all’interno del “buon vicinato americano”, dove l’uomo d’affari alla caccia preferisce rintanarsi nella sua abitazione, serrare le finestre e le porte e badare alla sua famiglia. Peccato che non sia proprio il padre dell’anno e che le complicate dinamiche familiari permettano che una di quelle porte venga aperta nel momento sbagliato. Quello che ne segue è un thriller claustrofobico con punte di horror. Sotto la maschera del genere DeMonaco cela riflessioni sociali e antropologiche abissali. Il buon vicino dell’America 3.0 affila una mannaia in cortile, preparandosi alla mattanza. Lo scontro di classe riaccende i motori, in un rinnovamento senza speranza di meccaniche schiaviste che vogliono i senza tetto come grimaldelli per la redenzione dei ceti borghesi. Gli assaltatori sono collegiali, manager, figli di papà iscritti ai club della bella società.
Margherita Diurno