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La Cisl approva il metodo Nappi

La Cisl Campania esprime apprezzamento per il metodo che sta portando avanti l’Assessorato al Lavoro della regione Campania, retto da Severino Nappi, che si basa sul confronto e sulla disanima puntuale dei risultati conseguiti con le varie misure messe in campo, con i dati positivi resi pubblici stamattina.

La Cisl Campania esprime apprezzamento per il metodo che sta portando avanti l’Assessorato al Lavoro della regione Campania, retto da Severino Nappi, che si basa sul confronto e sulla disanima puntuale dei risultati conseguiti con le varie misure messe in campo, con i dati positivi resi pubblici stamattina.

Contestualmente la Cisl propone cinque punti su cui innestare le prossime azioni da mettere in campo, ovvero:

1.   Passare dalle politiche passive (ammortizzatori sociali senza sbocchi) a quelle attive (come la formazione finalizzata a nuova occupazione, inserendo un obbligo di placement per una percentuale dei partecipanti ai corsi, o come i contenuti del recente accordo per il rilancio dell’area ex Metalfer che però tardano ad essere resi esigibili);

2.   Settare i percorsi formativi in relazione alla domanda censita tra le imprese: le associazioni datoriali, a cominciare da Confindustria, devono avvertire l’onere di indicare le proiezioni per settore e per figura professionale, in base alle vacancies così individuate vanno messe a punto le politiche e le azioni necessarie e finalizzate. Anche l’incrocio tra i dati su chi cerca lavoro e quelli che emergono sulla domanda di lavoro nell’indagine Excelsior sono utili per le medesime finalità;

3.   Favorire percorsi di emersione delle competenze: molti giovani lavorano in nero ed hanno acquisito così professionalità che non possono spendere ulteriormente sul mercato (regolare). Attraverso una prova d’arte che prevede il coinvolgimento degli Enti Bilaterali e l’integrazione delle competenze per la parte necessaria occorre riconoscere le competenze e le professionalità possedute per consentire ai lavoratori di presentarle sul mercato regolare e favorire così la rottura dei meccanismi sottesi al lavoro nero;

4.   Elevare oltre i 29 anni l’età per l’apprendistato professionalizzante, prevedendo misure che coinvolgano anche i cassintegrati o comunque i fuoriusciti dal mercato del lavoro;

5.   Monitorare i dati per stanare i finti disoccupati che saccheggiano risorse destinate a chi ne ha veramente bisogno (in questo le competenze stanno principalmente in capo alle Province che per ora tuttavia non si sono adoperate per questa finalità).

«Riconosciamo all’Assessore Nappi di aver dato corso sia nel metodo (il confronto con le parti sociali), sia nel merito (la discussione sui numeri e sui risultati) a quanto chiesto a più riprese dalla nostra organizzazione – ha dichiarato Lina Lucci, Segretario Generale Cisl Campania.

«Ora occorre proseguire con le politiche attive invece di quelle passive, con un monitoraggio puntuale che permetta di stanare chi ruba risorse destinate a chi ne ha bisogno, con un miglioramento dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro, con un innalzamento dell’età per l’apprendistato professionalizzante oltre i 29 anni e con percorsi per l’emersione delle competenze di chi le ha acquisite lavorando in nero. Tutte queste azioni, tuttavia, rischiano di rimanere un’arma spuntata se non si recupera il coordinamento tra Assessorati al Lavoro, alla Ricerca e alle Attività Produttive e soprattutto se non parte finalmente un percorso finalizzato allo Sviluppo. Il lavoro – ha concluso Lucci – non è un frutto che cresce spontaneo nella terra, va creato e se l’Assessorato competente per lo Sviluppo continua a ritardare un confronto con le parti sociali la situazione non può certo migliorare».

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