Lo hanno detto Lucio Di Nosse, presidente Sezione fallimentare del Tribunale di Napoli, e Vincenzo Moretta, numero uno dei commercialisti partenopei, al forum “L’evoluzione dello stato di insolvenza e della crisi”
ISCHIA – “Da Ischia lanciamo il segnale di una nuova svolta che, al fine di velocizzare la liquidazione dell’attivo fallimentare e facilitare la chiusura delle procedure concorsuali, possa grazie agli attuali strumenti normativi smobilizzare tutti i crediti delle procedure esecutive e concorsuali che giacciono nelle aule giudiziarie e che invece potrebbero essere reimmessi nel circuito economico, a vantaggio di tutti gli interlocutori. Tenere questi crediti bloccati non ha senso se risultano appetibili agli investitori di settore, in quanto il loro smobilizzo consentirebbe l’incasso di somme utili a pagare i creditori. Oggi ci sono perplessità e criticità di carattere processuale, ma ciò non toglie che si possono superare anche grazie all’unità d’intenti tra la Sezione fallimentare del Tribunale di Napoli e l’Ordine dei Dottori Commercialisti che da anni viaggiano in piena sintonia”. Lo hanno Lucio Di Nosse, presidente Sezione fallimentare del Tribunale di Napoli, e Vincenzo Moretta, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli, nel corso del convegno “L’evoluzione dello stato di insolvenza e della crisi”, in programma presso l’Albergo Regina Isabella di Lacco Ameno a Ischia.
Al convegno ha introdotto i lavori Renato Rordorf, presidente aggiunto della Corte di Cassazione e presidente della Commissione che si occupa della riforma delle procedure concorsuali: “La riforma ha tre macro obiettivi – ha evidenziato Rordorf – Il primo è l’ammodernamento di una legge fallimentare che risale al 1942, il secondo è renderla più organica, il terzo è colmare alcune lacune anche per adeguarsi alla normativa europea. Vogliamo far sì che la crisi d’impresa venga intercettata più precocemente possibile, evitando che l’imprenditore metta la testa sotto la sabbia e aspetti l’ultimo momento utile per tentare di rimediare, finendo poi in fallimento”.
Gerardo Longobardi, presidente Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, ha affermato: “È stato fatto un grande lavoro dalla commissione Rordorf, c’era la necessità di ridisegnare la materia in modo organico e il nostro giudizio è certamente positivo. Abbiamo interloquito con la commissione, portando alcune novità che sono state recepite: in particolare noi commercialisti siamo sensibili alle procedure di allerta, che individuano la crisi prima ancora che si manifesti”.
Per Giovanni Conzo, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Benevento, “con la riforma Rordorf i compiti del pubblico ministero verranno rafforzati. È una misura importante perché il controllo di legalità a tutela dei creditori nel corso delle indagini è fondamentale per prevenire gli inquinamenti dell’economia illegale all’interno dell’impresa”.
Stanislao De Matteis, giudice Sezione fallimentare Tribunale di Napoli, ha invece rimarcato come “il tema centrale è prevenire la crisi d’impresa. Si pensa che l’efficienza della prevenzione sia legata al ridimensionamento del ruolo del giudice. in questo senso è però necessario coniugare la libertà dell’imprenditore con la responsabilità”; mentre secondo Ciro Esposito, presidente Commissione Fallimentare Odcec Napoli: “E’ fondamentale che le riforme siano carpite dagli operatori”.
Al forum è intervenuto anche Salvatore Palma, assessore al Bilancio del Comune di Napoli: “La salvaguardia delle imprese è sinonimo di sicurezza sociale – ha detto Palma -. Oggi Napoli vive un momento di ripresa sul piano turistico, guardare con attenzione ai nuovi strumenti che possano salvaguardare le imprese è un aspetto da seguire e perseguire”.
Secondo Achille Coppola, consigliere segretario del Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili: “Il tema dell’adeguatezza delle riforme esiste. Quella di Rordorf ci consente di ragionare in modo sistemico e questo è sicuramente positivo”, mentre Maurizio Corciulo, vicepresidente Odcec Napoli, ha sottolineato che “culturalmente eliminare la parola fallimento sarà una rivoluzione, ma bisogna cambiare anche il modo di pensare di tutte le parti in causa. Occorre lavorare per il salvataggio del maggior numero di imprese, per riuscirci portiamo avanti anche altre proposte: il miglioramento della transazione fiscale e la riforma del diritto penale fallimentare”.
Infine, Maria Rachele Vigani, consigliere delegato Commissione fallimentare Cndcec, ha ribadito: “Occorre cercare di anticipare l’emersione della crisi dell’impresa, che non è ancora insolvenza. Vorrebbe dire affrontare ristrutturazioni aziendali anche dolorose, ma è meglio tagliare i rami secchi dell’albero”.
Al dibattito sono intervenuti Luciano Panzani, presidente Corte di Appello di Roma e Componente Commissione di riforma delle procedure concorsuali; Stefano Ambrosini, Università degli Studi del Piemonte Orientale; Mario Cavallaro, presidente Consiglio Superiore Giustizia Tributaria; Giovanni Dominici, presidente Sezione fallimentare Tribunale di Torino; Eugenio Forgillo, presidente Tribunale di Avezzano; Alida Paluchowski, presidente Sezione fallimentare Tribunale di Milano; Enrico Quaranta, giudice Tribunale delle Imprese della Campania; Mario Santaroni, Università degli Studi di Milano Bicocca; Vittorio Zanichelli, presidente Tribunale di Modena; Fausto Zuccarelli, Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Napoli e Giacomo Pascale, sindaco di Lacco Ameno.
Edoardo Tranchese