Berlusconi lavora, non fa altro. Così dicono i suoi. Rifiuta di andare in tv, nonostante gli inviti, il corteggiamento della Rai. Non vuole apparire. Non si cura troppo, almeno non quanto i giornali credono di sapere, del nuovo gruppo che dovrebbe sostenere il governo a fine mese, capitanato da Francesco Nucara. Anzi filtra una certa irritazione per le parole di troppo pronunciate dal repubblicano.
Berlusconi è sicuro che la maggioranza ci sarà, che sarà più vasta di quella originaria. A Palazzo Grazioli c’è la processione: nessuna nega che il Cavaliere alzi il telefono, organizzi, prenda appuntamenti. “Ma è vero anche il contrario”, dicono i suoi, molte iniziative sono personali, “la gente si offre, c’è la fila per colmare un vuoto”, il vuoto lasciato dai finiani. A proposito di finiani. Una certezza e una novità. La certezza è che il Cavaliere non recede dalle sue intenzioni: raggiungere l’autonomia, alla Camera, dal gruppo di Futuro e libertà. Questo non significa che i voti del gruppo che fa riferimento a Gianfranco Fini non siano benvenuti, significa però che il premier continua a non fidarsi, non vuole accreditare quello che gli risulta incompatibile, ovvero un potere di deterrenza sulle politiche della maggioranza.
La novità. Se il gruppo di responsabilità che deve sostenere il governo si formerà veramente, alla Camera, è ancora da vedere. Nelle ultime ore, però, si sussurra anche di un altro tavolo di lavoro per il premier: un gruppo di finiani moderati che in sostanza potrebbe formare un sottogruppo, pronto a sostenere e firmare una dichiarazione di lealtà alla maggioranza, a Berlusconi, che prescinderebbe dal vincolo di lealtà verso il presidente della Camera. Che porrebbe anzi la prima, sarebbe questa la notizia, su un piano superiore rispetto alla seconda.
Circolano anche dei numeri: 18 esponenti di Futuro e libertà pronti a riconoscersi in un testo scritto che comprenda anche alcune rinunce (vedi la vicenda dei probiviri, le sanzioni eventuali del partito contro i più agguerriti aderenti al Fli). Un viatico possibile verso una tregua? O forse una spaccatura del gruppo ispirato dall’ex leader di An? La voce trova conferme, ma anche smentite. Gianni Alemanno, sindaco di Roma, sarebbe uno degli ispiratori dell’iniziativa.
Ieri il capo del governo ha fatto una puntata, all’ora di pranzo, con la figlia Marina, alla villa di Tor Crescenza, che ha preso in affitto. Ha anche parlato a lungo al telefono con David Cameron, premier inglese, per concordare alcuni punti di lavoro comune in vista del Consiglio europeo straordinario di domani, a Bruxelles.