Tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore americano Stephen Amidon, “Il capitale umano”, il nuovo film di Paolo Virzì racconta la storia, attraverso tre capitoli, di tre personaggi e tre differenti punti di vista: quello di un immobiliarista senza scrupoli che tenta la scalata sociale compromettendo la sua famiglia e indebitandosi fino al collo (Fabrizio Bentivoglio), accompagnato con una bellissima psicologa incinta di due gemelli che contrasta con il suo essere corruttibile (Valeria Golino); quello di una donna ricca, sola e annoiata (Valeria Bruni Tedeschi), accerchiata da un marito mago della finanza che non le dà le dovute attenzioni, se non quelle materiali, un professore di teatro quale amante di passaggio (Luigi Lo Cascio), e un figlio mezzo alcolizzato a cui non stati insegnati i giusti valori della vita (Guglielmo Pinelli); e, infine, quello di una figlia oppressa dalle ambizioni del padre, pronta a tutto per difendere il suo vero amore (Matilde Gioli). Sulle loro spalle, il fardello di un misterioso incidente. È la gelida notte della vigilia delle feste natalizie. Un cameriere, alla fine di una cerimonia, sale sulla sua bicicletta, si avvia verso casa per una tortuosa strada buia e deserta, viene investito da un’auto pirata, lasciato moribondo sul ciglio della strada e poi trasportato in ospedale, dove morirà.
Un buon giallo, dalle sfumature noir. L’ambientazione così fredda e distaccata della brianza lombarda ben si adatta a questa trama così impenetrabile. Sembra quasi di trovarsi in quella provincia americana, accuratamente descritta da Stephen Amidon, autore del libro “Il capitale umano”. E la curiosità di scoprire cosa effettivamente è successo quella notte dell’incidente, svelare chi guidava quel mezzo, ci trasforma tutti in detective. Sono diversi i momenti in cui ci si illude di aver trovato il bandolo della matassa. Ma appunto è solo un illusione. Perché la storia continua a serbarci sempre più particolari durante la narrazione.
Margherita Diurno