Per presentare alla stampa il concerto del diciannove Settembre presso Acciaieria Sonora di Bagnoli (Napoli), Gigi Finizio ha scelto una locanda, la “locanda del Grifo” che si trova nel centro storico di Napoli “nella sua Napoli”. Questo “guaglione” di Napoli prima di sedersi a tavola ad illustrare i suoi progetti in un clima presto conviviale, ci concede una battuta che la dice lunga sulla sua persona. “San Gennaro non si tocca, perché la città di Napoli e il suo patrono non si toccano, dobbiamo gridare e cantare a tutti che siamo i numeri uno. Io sono letteralmente immerso nella mia città e nelle iniziative culturali di questa”. Gigi Finizio non ha niente del “personaggio” napoletano che la televisione vende in maniera macchiettistica quando promuove altre sedicenti voci del panorama melodico cittadino. Il pranzo rompe la tradizione canonica ed istituzionale dell’ incontro con la stampa, ma non è un cercare consensi o risonanza, Gigi non ha bisogno di pubblicità, come ho potuto constatare anche nelle due ore trascorse al suo tavolo. Finizio appartiene a Napoli e di questa città possiede l’autenticità e l’umiltà, che lo rende imbarazzato quando noi della stampa ci concediamo qualche commento poco lusinghiero sui suoi colleghi. Ma il cantautore è anche stanco della nostra nazione, “di questa guerra fra poveri”, di dover combattere per produrre un disco, per trovare spazi per la musica acusticamente degni. I suoi progetti futuri infatti guardano al mercato latino-americano, vuole tradurre i suoi grandi successi per esportare la sua musica fuori dai confini europei. Non manca la voglia di sperimentare, vorrebbe allestire nei suoi prossimi concerti uno spettacolo che prevede la presenza di un coro gospel,per virare verso la black music. Prosegue dicendoci di stupirsi ancora per il grande successo che riscuote nella sua città, i fans sono linfa vitale per questo artista che riesce come pochi a stringere un rapporto esclusivo con ognuno di essi sul palco e fuori dalla scena. I suoi concerti sono un successo ovunque, ieri a Formia erano in novemila. Ma l’artista confida, che nonostante l ‘Italia non agevoli i propri talenti, non riesce a far a meno di Napoli e per la sua città vuole costituirsi veicolo per portare ovunque il mare, i vicoli, la cultura immensa. Non ci resta adesso… più che posso di ascoltarlo a Napoli il 19 settembre prossimo.
Michela Salomone
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