L’avvocato-scrittore Gianni Puca è l’autore del libro “Giallo sapevo” che evidenzia una serie di anomalie della giustizia italiana.
Come nasce l’idea di un giallo umoristico in cui casi giudiziari irrisolti, o conclusi con errori clamorosi, si fondono e si confondono con storie surreali di pura fantasia?
Tra pochi giorni, precisamente il 17 giugno, uno dei più clamorosi errori giudiziari compie 40 anni. Non avevo ancora compiuto 10 anni, ma rimasi colpito da quell’arresto così inutilmente spettacolare di un giornalista a cui ero molto affezionato: Enzo Tortora.
Anche se ero ancora un ragazzino, quel giorno, mi chiedevo il perché della necessità di tutti quei giornalisti per l’arresto di un uomo. Chi li aveva mandati alle quattro del mattino?
Ho cominciato diversi anni fa a scrivere questo libro che per me rappresentava un’esigenza, partendo da quell’inutile spettacolarizzazione del dolore e della giustizia.
Purtroppo, i processi mediatici sono sempre più all’ordine del giorno…
Sì, ormai “risolvono” più casi a “Quarto grado” su Rete4, che negli altri tre gradi di giudizio. In questo giallo sono raccolti molti casi giudiziari degli ultimi 40 anni, trasposti tutti in uno stesso periodo storico, affrontati da un unico commissariato inesistente.
Improbabili investigatori -reincarnazioni di detective del cinema e della letteratura- cercano il colpevole comune di tutte le più grandi aberrazioni giudiziarie italiane.
Uno sfigatissimo narratore, con un’ironia amara, racconta storie che sembrerebbero non credibili per quanto sono surreali, se non fosse che sono quasi tutte amaramente vere.
La storia principale ha un epilogo assurdo, ma purtroppo meno assurdo di ciò che si vede nella realtà in certe aule di tribunale. Solo che, nella realtà, in carcere ci vanno persone in carne e ossa, e spesso ci muoiono. Senza avere mai giustizia. Ecco, in particolare a loro è dedicato questo libro.
L’aver scelto di affrontare queste tematiche con apparente leggerezza e un pizzico di irriverenza può essere pericoloso?
Certamente, io dal lunedì al venerdì sono un avvocato, e qualche magistrato potrebbe travisarne il senso, ma solo quelli poco attenti, che fortunatamente oggi rappresentano una pericolosa minoranza.
Ma il mio libro non è assolutamente un attacco né alla magistratura né alle forze dell’ordine, ma un richiamo all’attenzione per quelli che in queste categorie, con la loro superficialità e con la loro supponenza, creano danni incalcolabili alle persone e, inevitabilmente, schizzano fango anche sui propri colleghi che fanno il proprio lavoro con scienza e con coscienza.
Un libro in cui si muore solo dal ridere…
Sì, in questo giallo, sono più le persone che risorgono che quelle che muoiono veramente. Tra queste ho pensato di far tornare il signor Diego Armando Maradona, per una serie di motivi che scoprirete, ma anche per festeggiare lo scudetto.
La storia che lo riguarda la scrissi un anno fa, e sapevo già che avremmo festeggiato qualcosa di grande. Il 19 agosto dello scorso anno per la prima volta ho scommesso una piccola somma su qualcosa che all’epoca sembrava impossibile, e ho pensato che Lui non poteva mancare alla Festa nel suo stadio.
Anche Maradona è stato vittima di un grande errore giudiziario.
Sì, questo libro è dedicato anche a lui, che per trent’anni è stato perseguitato e infangato dal nostro Paese, accusato di aver evaso il fisco per una somma che sfiora i quaranta milioni di euro, per delle tasse non dovute, in virtù di un’indagine fiscale i cui atti non gli erano mai stati notificati.
Per quelli stessi accertamenti, Careca, Alemao e il calcio Napoli avevano avuto la possibilità di difendersi e avevano vinto. La scultura sospesa in un’aria dedicata a lui di cui parlo nel libro, al momento non esiste, ma – passando fuori al Tempio – potrete semplicemente chiudere gli occhi, alzarli al cielo e, come me, vederla sospesa come un sogno ogni volta che passo in quel posto magico in cui una rivoluzione senza armi portò gli ultimi a diventare i primi.
Quando esce il libro Giallo sapevo?
Lo trovate da oggi in libreria. Lo abbiamo presentato qualche giorno fa al salone internazionale del libro di Torino e al Festival del giallo di Napoli, oltre che alla libreria Iocisto, con Gino Rivieccio e Francesco Pinto.
Il prossimo evento sarà il 7 giugno presso la galleria d’arte Par’bleu, ad Aversa, Ospite d’eccezione Marina Confalone, che tanto ha creduto in questo libro, auspicando possa diventare un film.
L’articolo “Giallo sapevo”, un libro in cui si muore dal ridere proviene da Notiziedi.it.
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