Zanetti (Assolatte):: siamo sulla strada sbagliata
Roma, 9 dic. (askanews) – Dal Dairy Summit 2024, il convegno organizzato il 5 dicembre scorso dal gruppo editoriale Tecniche Nuove, nell’ambito del Dairy Expo Tech di Piacenza, arriva un no unanime al Nutri-score.
Il 2024 si chiuderà infatti con una tenuta sostanziale del comparto dairy, che con 13 milioni di tonnellate di latte prodotto è molto vicino alla piena auto sufficienza di materia prima, nonostante la tendenza sia a un assestamento del numero dei capi (Nomisma stima un -1,1% nel 2035, a fronte delle attuali 2,6 milioni di unità, ma con una crescita della produttività dello 0,9%) e a una riduzione di quello degli allevamenti. Ottime anche le notizie che provengono dall’export, con 5 miliardi di euro a valore nel solo 2023 (+130% negli ultimi dieci anni), per 160mila tonnellate di prodotto esportato.
Tuttavia, rimangono anche situazioni da monitorare molto attentamente: non solo l’eventualità dell’applicazione di dazi da parte di Usa e Cina, ma anche l’introduzione a livello europeo del Nutriscore nell’etichettatura fronte pacco. Del resto, quello del dairy sta diventando un comparto da difendere anche in ragione dell’indotto che produce in altri settori: il turismo esperienziale legato alle visite nei caseifici e all’assaggio di prodotti tipici, si colloca infatti sul podio delle preferenze di chi viaggia.
E, nel corso di una tavola rotonda sulle etichette nutrizionali Paolo Zanetti (Assolatte), ha detto: “con il nutri-score siamo sulla via sbagliata. Il mio timore è che si voglia far fare al settore lattiero caseario la fine di quello dell’automotive” con la questione delle auto elettriche. Giampiero Calzolari (Granarolo), sempre in ottica anti-nutriscore, ha lanciato l’idea di introdurre la materia di educazione alimentare nelle scuole, mentre Stefano Berni (Grana Padano) ha parlato di vera e propria “guerra” in corso contro il “battaglione” che estremizza i concetti di salutismo e animalismo. La grande attenzione del Governo al settore del Dairy e soprattutto il contrasto al sistema del nutri-score sono state ribadite anche da Marco Lupo, capo del Dipartimento della Sovranità Alimentare e dell’Ippica Masaf.
Maria Teresa Pacchioli (Crpa) ha sottolineato che anche per il settore lattiero caseario si sta studiando l’introduzione di una Ocm (organizzazione comune di mercato) come già avviene per il mercato ortofrutticolo. Ciò potrebbe essere funzionale, peraltro, anche a proseguire quegli obiettivi di sostenibilità ambientale richiesti a livello europeo.
Per Stefano Bonaccini, europarlamentare e membro della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, ci sono almeno quattro priorità che deve portare avanti la Commissione Agricoltura in Europa: indicizzare alla inflazione in budget destinato alla nuova Pac, rivedere alcune modalità nella concessione delle risorse (il criterio della superficie non deve essere il solo vincolante), chiedere supporto al settore assicurativo per la gestione delle crisi dovute ai cambiamenti climatici, prevedere un sistema di supporto basato non solo sulle performance, per difendere gli insediamenti agricoli anche in territori svantaggiati.
Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, ricordando l’eccessiva burocratizzazione che contraddistingue l’attuale Pac, ha auspicato che la nuova Politica agricola comune si adegui agli aumenti inflattivi e, al contempo, ha invitato a guardare anche ad altre possibili forme di sostegno. Inoltre, ha espresso la necessità di una corretta informazione sui benefici degli alimenti a base di latte.