“La nostra presenza a questo avvenimento rappresenta un riconoscimento dell’indiscussa verità di Roma capitale d’Italia anche come sede del successore di Pietro”. Il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano, per la prima volta presente alle celebrazioni per i 140 anni di Roma Capitale, così ha parlato poco prima dell’inizio della commemorazione.
Nel suo breve intervento pronunciato davanti alla Breccia di Porta Pia il porporato ha detto: “Gran Dio benedica l’Italia: benedici oggi e sempre questa nazione, assisti e illumina i suo governanti affinché operino instancabilmente per il bene comune”, ha sottolineato ricordando una preghiera di Pio IX, invocando la protezione su “questa citta, questa nazione e il mondo intero”. Bertone ha poi chiesto che il Papa “possa continuare a svolgere in piena libertà la sua missione universale”. insieme a Bertone, il capo dello Stato, Giogio Napolitano, che ha ricevuto, in Campidoglio, la cittadinanza onorarioa: ”Rendo omaggio a Roma, più che mai capitale di uno stato democratico che si trasforma restando saldamente stato nazionale unitario”, ha detto il presidente.
La cerimonia a Porta Pia. Alla commemorazione di Porta Pia hanno partecipato, oltre a Napolitano, che ha deposto una corona al monumento dei caduti, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e le più alte cariche delle forze dell’ordine. La fanfara dei bersaglieri ha intonato il ‘Silenzio’. Il corteo presidenziale si è poi spostato al museo storico dei bersaglieri di Porta Pia.
Roma indiscussa capitale dello Stato italiano. La presenza del cardinale Bertone alla cerimonia è anche “un atto di omaggio verso coloro che qui caddero”, ha detto il segretario di Stato Vaticano e ha aggiunto: “Dal sacrificio di quegli uomini e dal crogiuolo di tribolazioni nacque Roma indiscussa capitale dello Stato italiano, il cui prestigio e la cui capacità di attrarre sono mirabilmente accresciuti dall’essere altresì il centro al quale guarda tutta la Chiesa cattolica; anzi tutta la famiglia dei popoli. Alla vigilia del 150mo anniversario dell’ Unità d’Italia possiamo ricordare che la comunità civile e quella ecclesiale desiderano cooperare per il bene del popolo italiano”.
Cittadinanza onoraria a Napolitano. “Roma, e solo Roma, deve essere la capitale d’Italia”. Ha citato un discorso di Cavour, Giorgio Napolitano nel suo intervento in Campidoglio, dove ha ricevuto la cittadinanza onoraria. “Nulla può giustificare la sottovalutazione” del ruolo di Roma capitale, ha aggiunto, e “nulla può giustificare la mortificazione della consapevolezza di un retaggio che rimane componente essenziale della nostre identità e del nostro messaggio come nazione italiana”. Non ci può essere “nessuna ombra” sull’unità d’italia ha detto Napolitano. “È Mio doveroso impegno ed assillo – sottolinea Napolitano – che non vengano ombre da nessuna parte sul patrimonio vitale e indivisibile dell’unità nazionale, di cui è parte integrante il ruolo di Roma capitale”. “Un ruolo che non può essere negato, contestato o sfilacciato – insiste il presidente – nella prospettiva che si è aperta e sta prendendo corpo di un’evoluzione più marcatamente autonomista e federalista dello stato italiano”.
Il presidente, poi, ha elogiato Roma e la sua capacità di accoglienza: “Mai mi sono sentito a disagio, pur senza dissimulare la profondità delle radici e degli affetti che mi legavano e che mi legano a Napoli: ed è forse propria dei napoletani l’attitudine a integrarsi, anche in luoghi ben più lontani, così come propria di Roma, e straordinaria, è la capacità inclusiva, l’attitudine ad aprirsi, ad accogliere gli altri, ad abbracciare, innanzitutto ogni italiano”.
Il presidente, poi, ha messo nero su bianco, sul libro d’oro del Comune di Roma, la sua ”particolare commozione per l’alto riconoscimento”, aggiungendo subito dopo: ”rendo omaggio a Roma, più che mai capitale di uno stato democratico che si trasforma restando saldamente stato nazionale unitario”.
La seduta straordinaria dell’Assemblea capitolina che segna il passaggio dal Comune di Roma a Roma Capitale si è aperta con un minuto di silenzio per il tenente Alessandro Romani, morto la scorsa settimana in Afghanistan.