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Fabrizio Feo racconta Matteo Messina Denaro

NewsFabrizio Feo racconta Matteo Messina Denaro

Crudeltà ed equilibrio, obbedienza e senso critico, regole antiche e moderna lucidità, dolce vita e monastico isolamento. Tutto e il suo contrario. Matteo Messina Denaro è L’Assoluto, così lo chiamano i fedelissimi. Il libro pone interrogativi inediti sull’attentato di via Fauro a Roma, messo a segno il 14 maggio 1993 con un’autobomba che doveva uccidere il giornalista Maurizio Costanzo , bersaglio mancato della campagna delle stragi mafiose. Ancora: i retroscena dell’operazione dei Servizi Segreti che doveva consentire l’individuazione del padrino di Castelvetrano.

Più di un capo carismatico insomma: un oggetto di venerazione. Blasone mafioso riverito, la ferocia dei corleonesi e un fiuto politico spiccato, il padrino di Castelvetrano è il vero erede di una tradizione. Quella per cui Cosa nostra è antistato, ma anche potere reale, legge non scritta eppure rispettata, da almeno due secoli. Ben prima che i padri fondatori della mafia newyorkese partissero per gli States, dalle coste di Trapani. Tessitore di legami, tra famiglie, mandamenti e province, è lui il profeta della mafia del terzo millennio: valori arcaici dissimulati e affari spregiudicati fatti nel silenzio . E rapporti stretti con ‘ndrangheta e camorra. Messina Denaro e’ il cardine di interessi criminali e politici, di trame inconfessabili. Il custode dei segreti di una terra che è culla di logge massoniche deviate e disegni eversivi. La terra in cui, secondo molti, Cosa nostra è nata. E dove, più che altrove, è diventata cultura: di un pezzo importante della borghesia e dei gruppi di potere. Nel suo libro Feo si occupa anche dell’archivio di Riina e i segreti della trattativa lasciati dai Graviano nelle mani di Matteo Messina Denaro; i rapporti di parenti e imprenditori legati a Messina Denaro con i vertici della politica siciliana e nazionale; i legami dei suoi uomini con famiglie storiche della ndrangheta anche per il traffico internazionale degli stupefacenti. E ancora: l’inesplorata rete dei rapporti tra Matteo Messina Denaro e la camorra. In particolare la potente famiglia dei Nuvoletta. Esponenti della cosca napoletana furono chiamati a Roma per collaborare all’attentato di via Fauro e al primo progetto di assassinio del giudice Giovanni Falcone , nella caccia al magistrato guidata dal padrino di Castelvetrano per le strade della Capitale. Il libro si sofferma anche sui rapporti d’affari tra gli uomini di Matteo Messina Denaro , Gaetano Riina, la ndrangheta e il clan dei casalesi.

Maria Colorito

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