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Economia, Visco: “Ripresa riacquisterà vigore in primavera, Pil pre-pandemia a metà 2022”

PARMA – “Nel 2021 la ripresa dell’economia mondiale è stata superiore alle attese. Anche in Italia l’attività produttiva ha sorpreso positivamente, con un aumento del Pil del 6,5%. Negli ultimi mesi la crescita è stata frenata dalla nuova ondata di contagi, ma dalla primavera, con il progressivo miglioramento del quadro sanitario, dovrebbe riacquistare vigore”. Lo prevede il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, intervenendo a Parma al 28esimo Congresso Assiom Forex.

“A livello globale, secondo l’ultimo scenario pubblicato dal Fondo monetario internazionale, nel 2022- continua Visco- il prodotto si espanderebbe del 4,4%, mezzo punto percentuale in meno di quanto previsto in ottobre. I rischi di breve termine sono prevalentemente al ribasso; oltre che dall’evoluzione della pandemia, essi derivano soprattutto dal persistere di tensioni geopolitiche e dagli effetti che ne possono conseguire sui costi delle materie prime, in special modo dell’energia, e sugli scambi di prodotti intermedi lungo le catene globali del valore. Secondo le nostre ultime stime- nota il governatore di Bankitalia- in Italia la crescita del prodotto si avvicinerebbe nella media di quest’anno al 4%, per poi attenuarsi nei prossimi due”.

VISCO: PIL PRE-PANDEMIA A METÀ 2022, FORTE CAPACITÀ RECUPERO

Dall’avvio della crisi pandemica, evidenzia Visco, “la nostra economia ha mostrato una forte capacità di recupero, fornendo segnali incoraggianti sulle sue condizioni di fondo. La produzione industriale si è riportata già dalla scorsa primavera sui livelli precedenti la pandemia; il Pil vi ritornerebbe alla metà di quest’anno, l’occupazione verso la fine. L’economia ha tratto ampio beneficio dagli interventi di sostegno che, salvaguardando il sistema produttivo e l’occupazione durante le fasi più acute della crisi, hanno permesso una rapida ripresa dell’attività una volta attenuate le misure di contenimento”.

“Nell’attuale contesto di progressivo recupero- continua il governatore di Bankitalia- limitati interventi di natura emergenziale possono ancora trovare giustificazione, ad esempio per fronteggiare la crisi energetica o nei casi in cui i contagi continuino a ostacolare consumi e produzione, come nei servizi legati al turismo, alla ristorazione, al tempo libero. Interventi generalizzati di stimolo potrebbero invece determinare tensioni sui prezzi, oltre a rischi per l’equilibrio dei conti pubblici”.

“L’impegno deve essere ora soprattutto rivolto- sprona Visco- ad agevolare i cambiamenti strutturali, che la stessa pandemia ha accelerato”. Le politiche del lavoro, attive e passive, in tutto questo “possono svolgere un ruolo importante. Il sistema degli ammortizzatori sociali è stato ampiamente riformato nell’ultimo decennio e oggi garantisce criteri di accesso universale. Gli strumenti di sostegno al reddito, pur migliorabili nel loro disegno, appaiono comparabili per struttura e risorse a quelli in vigore nei principali paesi europei”. 

“E’ però ampio il ritardo nelle politiche volte a favorire la formazione e il reimpiego dei lavoratori, e in ultima analisi lo stesso sostenuto sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali. Su questo piano- raccomanda il governatore della Banca d’Italia- sono necessari rapidi miglioramenti, tenuto anche conto dei processi di ristrutturazione e di riallocazione del lavoro che saranno indotti dalla doppia transizione, verde e digitale. L’Italia spende decisamente meno della Germania e della Francia per la formazione e il sostegno nella ricerca di un impiego, ma non si tratta semplicemente di accrescere le risorse: occorre razionalizzare l’insieme delle politiche e dei servizi per consentire lo sviluppo di un sistema di adeguata qualita` sull’intero territorio nazionale”. 

VISCO: A FINE 2021 RAPPORTO DEBITO-PIL SCESO VERSO 150%

“La marcata ripresa dell’economia è stata decisiva per interrompere l’aumento del rapporto tra debito pubblico e prodotto, che alla fine del 2021 potrebbe essere sceso su valori prossimi al 150% (da circa il 156% raggiunto nel 2020)”, quindi “un livello nettamente inferiore a quanto previsto all’inizio dello scorso anno e anche alle valutazioni ufficiali pubblicate in autunno”, dice ancora il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco.

“In presenza- continua Visco- di un saldo primario migliore delle attese ma comunque ampiamente in disavanzo, il calo del peso del debito rispetto al 2020 ha riflesso la forte differenza, negativa per oltre 5 punti percentuali, tra l’onere medio per interessi e la crescita nominale dell’economia. Questo risultato, pur nell’eccezionalità delle circostanze che lo hanno determinato, con riferimento sia al recupero dei livelli di attività dopo la profonda recessione sia alle condizioni monetarie estremamente espansive, mostra con chiarezza l’importanza della crescita economica per il perseguimento di una graduale riduzione del peso del debito”. 

La manovra di bilancio, in tutto questo, “determina un aumento dell’indebitamento netto, rispetto al quadro a legislazione vigente, di circa l’1,3% del Pil in media all’anno nel triennio 2022-24”, aggiunge il governatore di Bankitalia. Che continua quindi: “In una fase ancora caratterizzata da una elevata incertezza sugli sviluppi della pandemia, una manovra espansiva è stata ritenuta necessaria per contenere il rischio che una riduzione prematura dello stimolo di bilancio si potesse ripercuotere negativamente sul potenziale di crescita. Con il consolidarsi della ripresa, occorrera` tuttavia- raccomanda il governatore- perseguire un progressivo, continuo, riequilibrio strutturale dei conti pubblici, necessario anche per evitare di alimentare tensioni sul mercato dei titoli di Stato. I rischi a cui ci espone la necessità di collocare annualmente titoli per circa 400 miliardi restano elevati; negli anni più recenti sono stati attenuati dagli ingenti programmi di acquisto dell’Eurosistema volti a contrastare le spinte deflazionistiche e le ricadute economiche della crisi pandemica”. 

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