PALERMO – Ritrovata dalla polizia a Campobello di Mazara, in provincia di Trapani, l’auto del boss Matteo Messina Denaro. Si tratta di una Giulietta di colore nero, ritrovata all’interno di un’area con altri mezzi in via San Giovanni, vicino al terzo covo dell’ex latitante e all’abitazione nella quale viveva Giovanni Luppino, l’autista di Messina Denaro. Gli investigatori sono riusciti a risalire all’auto grazie alle chiavi trovate nel borsello del capomafia lunedì mattina, nel giorno dell’arresto. Sul posto la polizia scientifica per eseguire i rilievi.
MAFIA. MESSINA DENARO, PIANTEDOSI: AVANTI INDAGINI SU CONNIVENZE
“Per prima cosa, bisogna che gli inquirenti continuino nel portare questo incessante lavoro di analisi e di indagine della latitanza. L’arresto è stato il frutto di un’indagine sviluppata secondo sistemi tradizionali, molto classici, fino agli ultimi giorni. L’arresto è stato quasi un arresto in flagranza. Ora bisogna dispiegare ogni energia per capire cosa sia successo: ci stanno lavorando proficuamente la Procura di Palermo, la Dda e i Carabinieri in concorso con le altre forze dell’ordine, meritando tutto il sostegno. Si sta smuovendo qualcosa, infatti, anche a proposito dei luoghi frequentati” dall’ex latitante “e altro ancora”. Lo dice il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, interpellato oggi in conferenza stampa in Prefettura a Bologna. Quindi, prosegue Piantedosi, “con Matteo Messina Denaro finisce l’epoca della mafia stragista, ma le analisi in corso, appunto, ci diranno qualcos’altro sulla latitanza: è ragionevole pensare che si sia protratta molto per il contesto in cui viveva il latitante. Prima del suo arresto, tante persone erano state arrestate come fiancheggiatori e favoreggiatori”. Adesso è più che mai importante “far lavorare gli inquirenti”, per avere “una pagina chiarificatrice” anche sulla rete di connivenza attorno all’ex boss. E se c’è stata anche nelle ultime ore “omertà” attorno alla vicenda e al suo protagonista, conclude il titolare del Viminale, “sono state visibili anche manifestazioni di apprezzamento del lavoro delle forze dell’ordine, soprattutto da parte di persone più giovani”.
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