PALERMO – La polizia di Palermo ha arrestato un candidato di Forza Italia alle elezioni amministrative del 12 giugno: si tratta di Pietro Polizzi, in lizza per un posto in Consiglio comunale. Il reato contestato sarebbe quello di scambio elettorale politico-mafioso, proprio in vista delle elezioni di domenica.
In arresto anche Agostino Sansone, fratello di Gaetano, l’imprenditore che costruì la villa di via Bernini nella quale Totò Riina trascorse gli ultimi mesi della sua latitanza prima dell’arresto avvenuto il 15 gennaio del 1993. Agli atti dell’inchiesta della Procura ci sarebbero anche diverse intercettazioni che inchioderebbero il politico.
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MICELI (PD): “I CANDIDATI NON SONO TUTTI UGUALI”
“Con tutto il rispetto per il garantismo, in questa campagna elettorale i candidati non sono tutti uguali. A noi la mafia fa talmente schifo che non abbiamo alcun dubbio o difficoltà nel dire, a chiare lettere, che non cerchiamo e non vogliamo i voti dei mafiosi. Gli altri, invece, mostruosamente continuano a farlo ancora, mostrandosi disponibili, pur di arrivare a conquistare uno scranno, a riportare la città di Palermo sotto il controllo di Cosa nostra. Pronti a farsi strumento di un controllo mafioso in grado di condizionare e mortificare qualsiasi aspettativa, qualsiasi diritto”. Lo dice Carmelo Miceli, deputato del Pd e candidato al Consiglio comunale di Palermo, dopo gli arresti di oggi per scambio elettorale politico-mafioso.
“È per questo – aggiunge Miceli – che chiedo ai cittadini di meditare sul voto e di farlo con attenzione. Il 12 di giugno, con una matita e una scheda elettorale tra le mani, avete il potere di decidere se Palermo è quella che ‘non vede, non sente e non parla’ o quella che si ribella e sceglie di essere libera”.
VARRICA (M5S): “NUOVA MACCHIA SU LAGALLA”
“L’arresto per voto di scambio-politico mafioso di questa mattina getta una nuova ombra, ancora una macchia, su Lagalla e la sua coalizione. Dopo il sostegno di condannati per reati gravissimi come Cuffaro e Dell’Utri, ecco il candidato di Forza Italia arrestato a soli quattro giorni dal voto. La parte sana di Palermo si ribellerà a tutto questo”. Lo dice Adriano Varrica, parlamentare nazionale del Movimento 5 stelle, commentando gli arresti di questa mattina a Palermo per voto di scambio politico-mafioso. “Lagalla si interroghi se è questa l’immagine che vuole dare al mondo di Palermo e, soprattutto, si tiri fuori da un’ambiguità preoccupante”, aggiunge.
FERRANDELLI: “COSA NOSTRA VUOLE RIMETTERE LE MANI SULLA CITTÀ”
“La notizia dell’arresto di un candidato di Forza Italia al Consiglio comunale per scambio mafioso fa venire i brividi. Si tratta di una vicenda gravissima, che rigetta malamente Palermo al centro delle cronache nazionali”. Lo dice il candidato sindaco di +Europa e Azione nel capoluogo siciliano Fabrizio Ferrandelli. “È la certificazione di quello che dico da settimane: c’è un sistema opaco che ha provato a camuffarsi per provare a rimettere le mani sulla città, gestirne processi e, soprattutto, intercettare i fondi del Pnrr”, aggiunge Ferrandelli.
“C’è una sfida finale tra la legalità e l’illegalità, per questo – continua il candidato sindaco – chiedo a tutti i palermitani che non vogliono vedere di nuovo la nostra città tornare alla stagione delle collusioni e del malaffare, di mobilitarsi in maniera straordinaria. Con il voto di domenica dobbiamo respingere l’assalto mafioso. Lo dobbiamo alla memoria di Falcone e Borsellino, di cui quest’anno celebriamo i trenta anni dalle stragi in cui persero la vita – prosegue il candidato sindaco di +Europa e Azione -. Lo dobbiamo alle vittime di mafia. Lo dobbiamo a chi ha subito e subisce pizzo, soprusi e angherie. Lo dobbiamo ai nostri figli, che devono crescere in una Palermo libera. No alla mafia. Sì alla alla legalità”.
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